Chiuso l'Antico Mulino alla Certosa di Pavia, uno stellato storico, non occorre andare lontano per ritrovare una cucina davvero notevole in uno dei luoghi più belli della città longobarda (ancorchè non ancora mappata dalla guida Michelin).
Un punto di rottura forte con la terra delle nebbie e del riso perchè, al centro dell'insegna e della carta, c'è un Mediterraneo favoloso.
La cucina di "Amare" è, appunto, di toni profondi come gli
abissi ricchi del mare nostrum: e soprattutto, ben distillata da
Silvio De Angeli secondo un metronomo di rigore tecnico ma di
grande volatilità creativa, a cominciare con l'amuse-bouche che
è il biglietto da visita di tutto: ostrica gratinata con cuore
di Gorgonzola.
Nessuna paura di uscire dai canoni quindi, come sarà appunto
nel piatto migliore della cena: lo spaghettone con fonduta di
Parmigiano, tartare di gambero e tartufo, piccolo capolavoro di
conturbanze, tra una grande materia di pesce (il rifornimento è
nella vicina Milano, con il suo mercato ittico) e il ritmo della
crema di formaggio su cui si misura l'elemento di continuità
goloso. Da provare il gran crudo di pesce e la frittura.
Qui anche una storia di persone innamorate di un luogo carico
di storia, iniziata nel XIV secolo. I destini dei proprietari
del ristorante, Carolina Seminerio e Franco Ingenito, hanno
incrociato quelli dello chef De Angeli, che fu allievo di
Gualtiero Marchesi. Pieno onore al maestro nel suo menu che,
certamente, incrocia anche il riso di queste terre, il cui
sviluppo nella storia si intreccia e percorre gli stessi secoli
dell'abbazia.
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