L'impresa rurale è uno dei luoghi ideali per invecchiare in salute e un valido centro di aggregazione. Le attività collettive, specie se svolte in un contesto informale come in campagna, stimolano la vitalità e il benessere degli anziani. Favoriscono uno stile di vita più sano, migliorano l'autostima e l'umore. Sono i primi risultati della sperimentazione condotta dall'Irccs Inrca (Istituto nazionale riposo e cura anziani) nell'ambito del progetto Longevità attiva in ambito rurale, illustrati in una convegno ad Ancona.
Promosso nel 2012 dalla Regione Marche - per l'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni - il progetto ha coinvolto otto imprese agricole, con l'obiettivo di stimolare iniziative legate alla socializzazione e alla promozione della qualità della vita dell'anziano. In una società che invecchia, dice il direttore scientifico dell'Inrca Fabrizia Lattanzio, "la sfida è trovare nuovi modelli assistenziali in grado di favorire la longevità attiva, che, come ricorda l'Oms, dipende anche dal mantenere interessi piacevoli e relazioni sociali gratificanti". Molte mansioni tipiche della vita di campagna - aggiunge Cristina Gagliardi, del Centro ricerche economico-sociali sull'invecchiamento e coordinatrice del progetto - si adattano bene alle capacità psicofisiche e al desiderio di svago e socialità delle fasce più fragili". In questa direzione si sono mosse le aziende selezionate.
Avvalendosi di psicologi, assistenti sociali, agronomi e fisioterapisti, hanno organizzato momenti educativi seguiti da laboratori artigianali e di cucina, esperienze di orticoltura e riconoscimento delle erbe aromatiche, apicoltura, ginnastica posturale, esercizi di memoria e pet-therapy, coinvolgendo complessivamente 112 anziani autosufficienti. Tramite focus group e questionari, l'Inrca ha valutato la modifica dei comportamenti e delle abitudini nell'arco delle attività. "E' stato dimostrato l'effetto positivo delle proposte - spiega la ricercatrice - sia sugli stili di vita, dove il 66% (2 su 3) ha adottato un'alimentazione più sana, sia dal punto di vista relazionale, poiché oltre il 90% ha dichiarato di aver incontrato persone nuove, o approfondito la conoscenza di quelle già conosciute". Positivi i riscontri anche dal punto di vista del benessere percepito: la totalità dei partecipanti ha affermato di sentirsi meglio al termine dell'esperienza, "mentre il 63% ha aumentato il tempo dedicato all'esercizio fisico o si sente più energico nello svolgimento delle attività quotidiane".
Il progetto definisce un format di servizi da introdurre nel prossimo programma di sviluppo rurale regionale. Un "modello marchigiano" di agricoltura sociale, insomma, in una regione dove l'aspettativa di vita è tra le più alte del mondo (80,8 anni per gli uomini e 85,5 per le donne).
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