Sono stati presentati presso
l'azienda Gagliardini di Monte Roberto i risultati del secondo
anno di sperimentazione di "Agribiocons", il progetto dedicato
all'applicazione di tecniche agricole biologico conservative nei
sistemi colturali marchigiani, a tutela della salute del terreno
e dei valori nutrizionali dei cibi. Il progetto è cofinanziato
dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche e vede
come partner la Società Agricola Biologica Fileni (capofila),
l'Università Politecnica delle Marche, l'impresa Aea del gruppo
Loccioni, la Società Agricola Agri Blu di Zingaretti e Soci, ed
Arca srl Benefit.
Interessanti i risultati della sperimentazione basata su minime
lavorazioni, uso di colture di copertura (cover crops) e
consociazioni colturali. "Nonostante l'annata caratterizzata da
elevata siccità, la consociazione grano tenero-leguminose da
granella si è confermata una valida alternativa alle colture
pure", ha spiegato il prof. Stefano Tavoletti, professore di
Genetica Agraria dell'Università Politecnica delle Marche.
"Rispetto al primo anno di coltivazione con questo metodo,
abbiamo riscontrato una riduzione dei costi colturali e un
aumento delle rese produttive in relazione al metodo biologico
tradizionale, soprattutto nelle colture a ciclo autunno vernino
(favino, orzo, trifoglio)", ha aggiunto l'agronomo Simone
Tiberi.
Per Bruno Garbini, presidente di Arca srl Benefit, le pratiche
agronomiche testate dal progetto Agribiocons "consentiranno di
aumentare i redditi degli agricoltori e di ottenere una serie di
servizi ecosistemici per il consumatore, la popolazione del
territorio e del pianeta".
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