La 'Tintilia' del Molise è tra
i vini premiati da 'Gambero Rosso' che ha anticipato le
eccellenze vinicole che entreranno nella Guida 'Tre Bicchieri
2024'. La presentazione ci sarà il prossimo 15 ottobre. "Non
sono tanti - si legge nella recensione - gli italiani capaci di
indicare con esattezza il Molise nella geografia italiana. Il
vino può sicuramente aiutare a riportare sulla mappa una regione
bellissima e da scoprire, una cerniera tra Abruzzo, Puglia e
Campania. La superficie vitata è piccola, ma la regione è da
sempre vocata alla viticoltura in un paesaggio di dolci colline
che dagli Appennini lambiscono il mare. Siamo fuori dalle grandi
rotte turistiche, si viene qui per assaporare una cucina vera e
godere di un patrimonio naturalistico e archeologico davvero
prezioso. Il cuore produttivo si concentra su altopiani tra il
mare Adriatico e Campobasso, anche se nell'ultimo decennio
diversi produttori hanno spostato lentamente la produzione anche
verso quote più alte per giocare d'anticipo contro
l'innalzamento delle temperature. La grande protagonista si
chiama Tintilia, una varietà autoctona a bacca rossa il cui nome
deriva da 'tinta', per via della sua intensa tonalità e
ricchezza di antociani. Dona vini dai tipici richiami
mediterranei tanto nel profilo minerale quanto nel registro di
erbe mediterranee. Più volte in degustazione - spiegano gli
esperti - ci siamo ritrovati davanti a uno sfiziosissimo
registro delicatamente pepato che ha che fare con il suo dna
stilistico al di là dell'uso dei legni, non sempre
calibratissimi in regione. Anche se siamo lontani dai vini
iperconcentrati e tostati di qualche anno fa. La Tintilia è un
jolly, che può regalare grandi soddisfazioni anche in rosa, per
vini complessi e gastronomici. Altro ruolo importante spetta
all'Aglianico, mentre sul fronte si registrano dei passi
indietro rispetto agli ultimi anni, a causa anche di vendemmie
non facilissime, l'ultima e la penultima. Intanto, qualcosa si
sta muovendo sul fronte Consorzio, i produttori hanno capito che
fare squadra è l'unica via per far uscire dai propri confini
l'immagine regionale. Bisogna scrollarsi di dosso l'etichetta di
Cenerentola del vino italiano e lavorare a testa bassa. I
risultati arriveranno".
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