Nasce in Sardegna Biointegrale:
cavalli da tiro per le lavorazioni del terreno tra i filari,
gruppi di oche per contenere le erbe e un gregge di pecore
impegnate a mangiare le foglie. E in cantina grandi anfore in
terracotta per il vino. Questo e altro ancora i punti di forza
di questo marchio creato nelle Cantine Olianas di Gergei, in
provincia di Cagliari.
Quasi una filosofia produttiva con tanto di decalogo in 10
punti per realizzare un sistema di produzione vitivinicola
ecosostenibile e ecosociale nel più completo rispetto della
terra. Un ritorno all'antico, ai vecchi metodi di coltivazione
delle vigne e dell'uva che si sposano con le conoscenze più
avanzate. Trattori e meccanica ridotti al minimo, sono banditi
concimi, fitofarmaci e additivi nell'azienda certificata 'bio'
nata nel 2000 nel Sarcidano, su un altopiano a 400 metri sul
livello del mare.
Una filosofia che guarda anche alle fasi lunari e al pensiero
spirituale di Steiner, sposata dai due soci Olianas: Stefano
Casadei, vignaiolo fiorentino sempre aperto a nuove sfide e
Artemio Olianas, sardo emigrato in Toscana e rientrato 15 anni
fa per mettere in piedi 17 ettari di vigneti in questo angolo di
Sarcidano, con le sue immense pianure e altopiani. L'azienda
coltiva vitigni autoctoni e ha dato vita alle prime 3 etichette
annata 2014 Biointegrale: Vermentino, Rosato e Cannonau. "Il
prossimo anno contiamo di aggiungere il Perdixi, blend di
Cannonau, Bovale e Carignano", afferma Olianas.
La produzione al momento è di 135mila bottiglie.
"Biointegrale è un marchio registrato. Ci siamo auto
regolamentati con un codice etico di produzione - spiega Stefano
Casadei - la base è bio e si attinge anche al biodinamico per
puntare all'integrazione uomo animale, responsabilità sociale
verso il territorio, promuovere la biodiversità e preservare la
terra per le generazioni future".
Il progetto è in itinere anche nelle altre due aziende
toscane di Casadei. "Questo metodo ribalta una concezione: la
vigna non è solo foglie, grappoli e fiori, ma ciò che non si
vede, ovvero le radici che affondano nel terreno-precisa Stefano
Di Blasi, agronomo -il cavallo ha un impatto meno aggressivo sul
terreno favorendo uno sviluppo più profondo delle radici che
garantisce viti e grappoli più sani". Pierpaolo Pagni, direttore
tecnico del gruppo Casadei evidenzia: "Abbiamo cercato, per
quanto possibile, alternative ai macchinari-spiega- l'oca
contiene la crescita dell' erba, la pecora in estate mangiando
le foglie sostituisce le macchine di defogliatura e in autunno
trova un pascolo naturale nei vigneti. Invece l'anfora in
terracotta, favorisce la microssigenazione naturale durante la
fermentazione e una migliore pulizia dei vini in affinamento".
Ad attestare la bontà dei prodotti ci sono le ricerche di
Annalisa Romani, docente all' Università di Firenze. "Vini con
una mineralità importante, data dalle caratteristiche del
materiale, l' argilla delle anfore", precisa. Rossi, bianchi e
rosati fruttati, dal sentore floreale prodotti in un angolo di
Sardegna ricco di varietà autoctone profumatissime. "Su tutte la
ginestra che cresce selvatica tra queste colline - conclude
Artemio Olianas - perché tra le fragranze dei nostri vini
l'ultima parola é quella detta dal territorio".
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