La campagna 2019/2020 dei kiwi si
apre con incognite di mercato e fitosanitarie: la Grecia sta
diventano un competitor sempre più forte e la cimice marmorata
asiatica pare essere arrivata nella fase esponenziale di
crescita.
Il quadro è emerso oggi in una conferenza organizzata dalla
Camera di Commercio di Verona, per divulgare i dati sulle stime
di produzione e commercializzazione del kiwi.
La produzione italiana commerciabile di kiwi, tra la varietà
verde e la nuova varietà gialla, sarà di 371.225 tonnellate, -6%
rispetto al 2018. A Verona la produzione stimata è di 22.379
tonnellate, anch'essa -6%. Il Cso registra un calo delle
superfici coltivate di oltre il 10%, dovuto prevalentemente
all'abbattimento delle piante colpite dalla moria. E' stata
inoltre segnalata la presenza di danni da grandine, qualche caso
di batteriosi (Psa) e la presenza della cimice.
Secondo Elisa Macchi del Cso di Ferrara "sicuramente non
siamo di fronte a una situazione di eccedenza di produzione,
bisogna porre attenzione alla Grecia che denota un livello
elevato di produzione come quello dello scorso anno e il periodo
di commercializzazione dei Paesi dell'Emisfero meridionale è più
limitato; per il Cile le spedizioni in Europa sono già
terminate, mentre per la Nuova Zelanda, forte competitor del
prodotto italiano, la fine della commercializzazione in Europa è
prevista per metà novembre".
Per fermare l'invasione della cimici si attende il via libera
del ministero dell'Ambiente che deve emanare le linee guida per
l'impiego della vespa samurai, nemica naturale dell'insetto.
Esperimenti in Emilia Romagna sui frutteti di pero hanno
dimostrato che la chiusura degli impianti con le reti
antigrandine già a fine maggio, con due trattamenti prima della
chiusura e due dopo, ha un'efficacia del 93% rispetto alla
coltura scoperta con una decina di trattamenti.
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