TREVISO - "La sostenibilità ambientale è da anni un valore imprescindibile per il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg". Lo sottolinea, da Villa Brandolini a Pieve di Soligo, l'ente che garantisce e controlla il rispetto del disciplinare di produzione del Prosecco Superiore Docg, anticipando i contenuti del Protocollo Viticolo 2017 nel concertare con le amministrazioni un'azione comune in difesa del proprio territorio. L'aggiornamento 2017 del Protocollo Viticolo indica ai viticoltori la strada della lavorazione integrale del suolo quale miglior strategia per la cura della salute del vigneto. Il Protocollo Viticolo del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore è stato assunto nel corso di questi anni come regolamento comunale da parte di 13 amministrazioni su 15 della Denominazione. Il Protocollo Viticolo, pubblicato dal Consorzio la prima volta nel 2011, è un documento che precorre i tempi, anticipando con le proprie direttive ai consorziati, l'attuazione legislativa del complesso impianto normativo europeo e nazionale circa l'uso di agrofarmaci.
"E non è a caso che il Protocollo Viticolo è stato preso a modello da altri noti consorzi italiani: un riconoscimento di cui possiamo e dobbiamo essere orgogliosi" commenta il consorzio veneto. "Nell'edizione 2017 del nostro Protocollo Viticolo non comparirà più la tabella dei prodotti dedicati al diserbo, perché la strada che vogliamo indicare per la gestione del vigneto è quella della lavorazione integrale del suolo - afferma Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Dogc -. Siamo orgogliosi del laborioso percorso che abbiamo intrapreso in ambito di sostenibilità ambientale con il Protocollo Viticolo. Si tratta di un lavoro che è stato amplificato dalla collaborazione di numerosi enti locali, che hanno integrato i contenuti del nostro Protocollo nei loro regolamenti comunali. Segno quest'ultimo di un'efficace sintonia del sistema territoriale locale".
"Quest'anno - conclude - il tema dell'uso di sostanze chimiche, in particolare quelle a base di glifosate, è ineluttabile. L'Unione Europea li metterà definitivamente al bando entro il 2018 e i comuni dell'area di Conegliano ne vietano l'uso. Questo ci dà ulteriore conferma che la strada di progressiva tutela del territorio, imboccata anni fa, ricordiamo che la Dogc vieta l'uso del Folpet e del Mancozeb già dal 2013, sia quella corretta, sia da un punto di vista agronomico che da un punto di vista di tutela ambientale". Il documento oltre a eliminare gli agenti chimici un tempo indicati spiega nel dettaglio quali pratiche agronomiche si possono utilizzare in vigneto per ottenere risultati altrettanto soddisfacenti se non addirittura migliori. Per quanto riguarda le aree più pianeggianti, in particolare, si indica di procedere con le lavorazioni del sottofila utilizzando attrezzi specifici tipo scalzonatori o rincalzatori a dischi o con piccoli aratri. Questo consente sia di eliminare le malerbe che di interrare il concime (letame maturo o derivati) a circa 15 cm di profondità. Inoltre sono consigliate pratiche di inerbimento e sovescio per conservare e arricchire il suolo anche di sostanza organica e proteggerlo da infestanti. Mentre per quanto riguarda le aree collinari si procederà allo sfalcio e al ricorso a strumenti alternativi come la pacciamatura organica. Il Protocollo è stato elaborato con la collaborazione del Crea e di Arpav.
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