Rocco Papaleo è il volto e testimonial di Maratea che è tra le dieci finaliste nella corsa per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2026 e a marzo attende il responso del ministero della Cultura. La cittadina lucana ha organizzato un tour di presentazione della candidatura che, dopo Milano il 5 febbraio, oggi fa tappa all'Ara Pacis a Roma e si concluderà a Potenza, giovedì 29 febbraio.
"Sono veramente felice di essere qui, il mio legame con la mia terra è piuttosto esplicito e ascoltare tutti voi mi ha permesso di appropriarmi dell'energia di questo progetto. Sono davvero contento di aver fatto queste 5 ore di treno, ne è valsa la pena, non scherzo" dice Papaleo. "La realtà per essere costruita - dice - ha bisogno di parole e per questo vi dirò questi pensieri che ho scritto. Sono nato in Basilicata, la mia è la storia di uno che voleva andarsene e se ne è andato ma non abbastanza in fretta da non accordarsi al suo ritmo e alla sua malinconica allegria. La lucanità mi ha fatto prigioniero con il vecchio trucco di lasciarmi libero di andare dove volevo e quando, per ragioni artistiche mi sono addentrato nelle sue pieghe, l'ho scoperta e ho scoperto me stesso. La lucanità vive nella sua geografia a tratti rigogliosa ed esplicita, a tratti lunare e taciturna. Da una parte boschi vigne grano, dall'altra occasioni per fare la poesia. La Basilicata è timida, gentile, discreta, interna e per lunghi anni praticamente irragiungibile. Povera ma bella come la fine degli anni '50, ricca e polemica come il petrolio, piccola e spaziosa, poco abitata: diffice incontrare una folla, il distanziamento sociale non ci ha spiazzato come prevedibile". Papaleo continua: "Molti di noi i nostri sogni siamo andati a realizzarli altrove ma è lì che li abbiamo sognati, è lì che abbiamo immaginato il mondo ed è lì che incosciamente abbiamo allenato la capacità ad affrontare il viaggio". E conclude: "La mia è la storia di uno che vuole andarsene e se è andato ma che ora vuole tornare".
"Essere qui a Roma, caput mundi culla delle civiltà mondiali per noi ha un significato particolare" dice il sindaco di Maratea Daniele Stoppelli che si dice molto felice di essere all'Ara Pacis proprio in questo momento di guerre e gravi tensioni internazionali. "Maratea - aggiunge - esprime con la sua storia di ormai di 30 secoli un'esperienza di accoglienza senza paragoni. E' stata il luogo di accoglienza dei naviganti del Mediterraneo che venivano a comprare il garum, nei nostri fondali abbiamo ancora le ancore. E' stata poi l'approdo dei monaci basiliani che portarono evangelizzazione alle aree interne e ne abbiamo il segno con i cenobi. Abbiamo continuato a essere un riferimento anche nel periodo dell'iconoclastia. Maratea è stata anche una città politeista, abbiamo avuto il tempio di Minerva, di Venere, una strada intitolata a Castore e Polluce che proteggevano i naviganti. Questo ci ha consentito di proporre una candidatura sulla forza del nostro passato, che indica la nostra capacità di progettare e realizzare nella bellezza la nostra crescita e il nostro sviluppo ma nel rispetto della natura".
"Moliterno - spiega Antonio Rubino, sindaco del comune di Moliterno - ha deciso di fare un passo indietro per farne mille avanti. La Basilicata ha bisogno di unirsi, i 131 comuni devono saper lavorare assieme e il terreno della cultura è quello dove raccogliere maggiori frutti. La Basilicata unita è vincente in 4 valori essenziali: il paesaggio (unico e irripetibile tra l'azzurro del mare e il verde dell'interno), la storia, il futuro (non siamo più figli di un dio minore, dobbiamo raccontare la Basilicata che ce la fa) e i lucani nel mondo, nell'anno delle radici nel mondo sono un patrimonio inestinguibile".
"Dopo Matera 2019, torniamo in campo con Maratea 2026. All'epoca è stato uno "scandalo", uno scandalo bellissimo. Noi che con i nostri borghi, le nostre chiesette, le nostre meraviglie naturali di una piccola città che sfidavano città molto più grandi ma abbiamo vinto. Questi sindaci riuniti ci dimostrano che non c'è una divisione ma una visione, l'esempio vincente di Matera ha dimostrato che si può, si deve lavorare assieme, è il primo passo che fa decollare questa candidatura" dice Antonio Nicoletti, direttore dell'Apt della Regione della Basilicata, che ha sottolineato anche la forza della grande comunità lucana nel mondo. A questo proposito Nicoletti ha ricordato anche Roots-In, Roots Tourism International Exchange, appuntamento internazionale di riferimento per il turismo delle radici.
"I processi di candidatura che le nostre città e i nostri territori esprimono sempre più spesso rappresentano un'indiscussa occasione per migliorare l'offerta culturale e l'accessibilità, sviluppare l'imprenditorialità nei settori culturali e creativi e favorire il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030 dell'Onu" dice l'assessore all'Ambiente, Energia e Territorio della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, in un messaggio inviato al sindaco Stoppelli. "In particolare, la candidatura di Maratea a Capitale Italiana della Cultura del 2026, tra le 10 finaliste in attesa dell'audizione presso il ministero il 5 marzo prossimo, - aggiunge - segna per la Basilicata un momento importante. Si inserisce appieno nella strategia finalizzata a rigenerare i borghi e ad attivare nuove economie nei nostri comuni minori. In particolare, questa candidatura nasce con un altro obiettivo strategico in termini di equilibrio territoriale. Diventa un progetto di area vasta, che si estende alle aree interne, appenniniche, accogliendo in particolare il progetto di Moliterno e proponendo, quindi, una candidatura integrata che ritrova nella costa da un lato e negli ecosistemi di pregio naturalistico delle aree interne i propri punti di forza. Sono certo - conclude - che il ministero apprezzerà la proposta lucana, che la Regione sosterrà convintamente".
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