Cento giovani designer under 35
sono protagonisti della mostra 'Italy: a new collective
landscape', che apre domani all'Adi Design Museum di Milano, con
la curatela di Angela Rui.
Il titolo della mostra richiama "Italy: The New Domestic
Landscape", l'esposizione al MoMA di New York nel 1972 che portò
il design italiano al mondo. "La mostra - spiega la curatrice -
si pone come proposta di superamento della nostalgia che tanto
lega gli ambienti del progetto a tale periodo storico perché,
forse, la risposta creativa potrebbe nuovamente ispirare un
tessuto produttivo e manifatturiero in cerca di cambiamento".
I lavori in mostra, selezionati anche tramite una open call
alla quale hanno partecipato in quasi quattrocento, raccolgono
le sfide poste dal momento attuale, a partire dalle crisi
climatiche, sociali ed economiche, e dalle ricadute che queste
hanno sulla realtà stessa. "Scomodando Giorgio Gaber, possiamo
ribadire come libertà non sia uno spazio libero, ma
partecipazione; questa analisi, che si concretizza nella mostra,
evidenzia la dimensione politica del fare oggi design"
sottolinea il Presidente di Adi Luciano Galimberti.
La mostra si articola in tre virtù progettuali: in Design
Sistemico si osserva l'insieme di relazioni che un progetto
mette in moto per le risorse di cui necessita, per le
conseguenze che genera, e per la promozione di modelli di
sviluppo inclusivi, sostenibili e circolari; in Design
Relazionale il progettare è inteso come pratica sociale; mentre
Design Rigenerativo considera come i processi produttivi possano
anche avere un impatto positivo sull'ambiente.
Per la rassegna Parasite 2.0 ha trasformato lo spazio
espositivo del museo in un cantiere aperto, con aree di
interazione (Play), di approfondimento (Read) e di entertainment
(Watch) dove l'idea di collettività si estende al coinvolgimento
attivo del pubblico.
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