(Di Leonardo Nesti)
Nonostante ci sia ancora una delicatissima doppia campagna elettorale da gestire (europee più comunali) in Emilia-Romagna sono partite le grandi manovre in vista del congresso del Pd: sabato Stefano Bonaccini ha confermato che non si sarebbe candidato per un secondo mandato, ieri Cuperlo ha, di fatto, lanciato la corsa di Andrea De Maria.
Un passo atteso da alcuni, che ha messo in agitazione il partito. Cuperlo ha lanciato dall'Emilia-Romagna, la regione più importante per il Pd, la sfida della sua area sulla gestione Renzi del partito. E lo ha fatto con un candidato che, visto il consenso personale che raccoglie, non si può non considerare favorito.
Il segretario, anche nelle regioni, si elegge con le primarie, ma per fare i conti non ci si può certo basare sul risultato delle primarie nazionali: sia perché l'affluenza sarà, fisiologicamente, di gran lunga inferiore, sia perché non sarà sufficiente dichiararsi 'renziani' per riprendersi tutti i voti di Renzi.
La candidatura di De Maria ha quindi scombinato un po' i piani della maggioranza del partito e desta una certa preoccupazione a Largo del Nazareno. In pista rimane il segretario della federazione ferrarese Paolo Calvano, oltre al civatiano Antonio Mumolo. Dentro al Pd c'è però chi è già al lavoro per una mediazione, se non per trovare un candidato unitario (Raffaele Donini, ad esempio, potrebbe essere un nome gradito ai cuperliani e non indigesto alla segreteria nazionale), almeno per cercare una via che renda il congresso meno sanguinoso possibile. Anche perché, una volta archiviato, ci sarà subito da cominciare a pensare alla successione di Vasco Errani alla presidenza della Regione.
Daniele Manca, sindaco di Imola, ha chiesto al Pd di prendere in considerazione l'ipotesi di un rinvio: la data del 22 giugno sarebbe a sole due settimane dagli eventuali ballottaggi comunali ed è già immersa nella stagione estiva, nemica della partecipazione. Un'ipotesi, quella del rinvio all'autunno, che non è stata esclusa, ma che al momento pare avere poche possibilità: si vorrebbe, in un senso o in un altro, chiudere la partita congressuale il prima possibile per cominciare, già da settembre, a pensare alle regionali dove l'ex segretario Stefano Bonaccini è in pole position e dove anche quello di Manca è un nome che circola con insistenza.
Venerdì sera ci sarà intanto una direzione che chiuderà, almeno per quanto riguarda il versante regionale, la partita delle candidature alle europee. L'Emilia-Romagna, oltre a Paolo De Castro che dovrebbe essere capolista della circoscrizione nord-est (che comprende anche Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia Giulia) dovrebbe esprimere altri cinque candidati. Scontate la cofnerma di Salvatore Caronna e l'ingresso di Cecile Kyenge, troverà un posto in lista Elly Schlein, vicinissima a Pippo Civati. Dovrebbero poi esserci un candidato dell'area emiliana (probabilmente la presidente uscente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini) e uno dell'area romagnola.
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