E' cominciata la resa dei conti nel Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna, dopo l'espulsione del consigliere regionale uscente Andrea Defranceschi, condannato dalla Corte dei Conti, come tutti gli altri capigruppo, per la questione delle interviste a pagamento.
Ad attaccare è stato il meetup del Movimento 5 Stelle di Monzuno (Bologna), con una durissima nota nella quale difende Andrea Defranceschi. "Evidentemente - scrivono - non contano né il merito, né le capacità, ma solo l'obbedienza cieca al capo. Ora Grillo dovrebbe spiegare perché Defranceschi deve stare fuori (non l'ha sospeso in attesa del ricorso) e Pattacini che i soldi li ha presi per fare quelle trasmissioni può rimanere dentro".
Il riferimento è a Dario Pattacini, conduttore radio-tv che quelle interviste le faceva, che fu sospeso per sei mesi dall'ordine dei giornalisti e che è stato candidato alle regionali per il M5s, peraltro nonostante si fosse presentato, in passato, con l'Idv, circostanza che, secondo le regole del movimento, dovrebbe precludere ogni candidatura.
Ne è seguito un durissimo scambio di accuse, sempre via web, fra lo stesso Pattacini (che ha parlato di "puzza" proveniente da Monzuno) e gli attivisti del paese bolognese che, a loro volta, hanno chiesto alla candidata presidente Giulia Gibertoni di prenderne le distanze.
"Purtroppo - ha scritto invece Andrea Defranceschi - non posso più fare le mie scuse, a nome del Movimento, ai cittadini offesi da tanta umana arroganza. Gli lascio la mia personale solidarietà. Questo non è roba da Movimento, almeno di quello che io ben conoscevo".
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