"Queste offese sono finanziate dal Comune di Bologna". E' la denuncia del consigliere comunale di Forza Italia, Michele Facci, che ha pubblicato una foto scattata al Cassero, locale della comunità Lgbt di Bologna, in cui sono ripresi tre uomini travestiti come Gesù che mimano pratiche sessuali con una grossa croce. "Non trovo una sola ragione per cui questa roba debba avere luogo in una sede del Comune", aggiunge la consigliera Pd Raffaella Santi Casali. Critiche anche dalla Lega Nord.
"Nessuna censura, ma il Cassero si assuma la responsabilità di una grave offesa, che ha molto più del volgare e provocatorio. La cultura dei diritti che vede da sempre questa città differenziarsi è stata costruita attraverso una diffusa cultura del rispetto, che ci pare mancato in questa occasione", afferma con una nota l'Amministrazione comunale di Bologna in merito alla foto.
Il consigliere comunale Marco Lisei (Fi) ha annunciato su facebook che domani andrà in Procura, assieme al consigliere regionale Galeazzo Bignami e a Valentina Castaldini (Ncd), "per denunciare quanto accaduto all'interno del Cassero, un immobile del Comune di Bologna a canone zero. L'esercizio della libertà di espressione ha dei limiti, oggi a mio avviso sono stati superati ampiamente".
"Giu' le mani dal Cassero!", scrive su facebook Franco Grillini, presidente di Gaynet e storico leader del movimento omosessuale italiano. "La polizia religiosa dei nostri ayatollah va in Procura - prosegue - per chiedere la chiusura del Cassero per una banale satira contro l'oppressione religiosa. Un mese fa erano tutti Charlie Hebdo, oggi sono tutti come Al Baghdadi!". Le foto più osé prendono ispirazione infatti da una celebre vignetta di Luz, già copertina del settimanale satirico di Parigi che ha subito il feroce attentato del 7 gennaio con dodici morti, rivendicato dalla branca yemenita di Al Qaeda.
Per il circolo Arcigay Il Cassero di Bologna, quelle sulle foto blasfeme sono polemiche "pretestuose e strumentali. Il conflitto tra comunità Lgbt e la parte politicizzata dei cattolici - spiega - preesiste alla nostra festa e alle famigerate immagini, questo è un dato indispensabile per comprendere perché una persona omosessuale decida di dissacrare o irridere un simbolo religioso. Quel gesto rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che quelle persone percepiscono come oppressivo".
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