Nuova tranche dell'operazione 'Aemilia'. I carabinieri stanno eseguendo in Emilia-Romagna e Lombardia misure di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Bologna nei confronti di nove persone, di cui tre esponenti della 'Ndrangheta emiliana attiva tra Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena e operante anche a Verona, Mantova e Cremona. E' in corso inoltre un sequestro di società, beni e attività commerciali nella disponibilità diretta della cosca, per oltre 330 milioni.
Decine sono inoltre le perquisizioni in corso sul territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti. Tra gli arrestati, accusati di trasferimento fraudolento di valori e reimpiego in attività economiche di denaro, beni e altre utilità provento delle attività illecite della cosca, anche insospettabili prestanome. Al centro delle indagini, condotte dai carabinieri dei comandi provinciali di Modena e Parma, oltre che dal Ros di Roma, l'infiltrazione della 'Ndrangheta emiliana, articolazione della cosca 'Grande Aracri' di Cutro (Crotone), nel tessuto economico nazionale e locale, attraverso la costituzione di varie società di capitali.
- La 'Ndrangheta emiliana, strutturalmente autonoma rispetto alla cosca cutrese di cui costituisce derivazione storica, aveva costituito società falsamente intestate a terzi, dove conferire ingenti somme di denaro e altre utilità derivanti dai reati fine del sodalizio, oltre a provviste illecite direttamente riconducibili al boss Nicolino Grande Aracri. E' questo lo sviluppo investigativo - in prosecuzione dell'inchiesta Aemilia che a gennaio aveva visto l'esecuzione di 117 arresti - che ha portato nella notte alla nuova operazione condotta in Emilia-Romagna, Lombardia, Calabria e Lazio da oltre 300 carabinieri dei comandi provinciali di Modena, Parma, Reggio Emilia e del Ros, supportati da elicotteri e unità cinofile.
L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Bologna scaturisce dall'indagine coordinata dal procuratore capo Roberto Alfonso e dai Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi. La misura cautelare ha disposto anche il sequestro preventivo di nove società di capitali, alcune delle quali impegnate nella realizzazione di importanti contratti d'appalto all'estero, e di una discoteca. Gli investigatori ritengono che le condotte dei prestanome arrestati abbiano garantito alla cosca la continuità delle attività d'impresa anche dopo gli arresti eseguiti a gennaio.
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