"La droga a Lamberto e ai suoi amici l'ho venduta io a Città di Castello tra giovedì e venerdì. Il resto dei soldi me li hanno dati a Riccione". Si è espresso così, tra le lacrime davanti ai carabinieri di Riccione, ai genitori e ai due avvocati difensori (Raffaella Fiorucci e Luciana Pauselli), il 19enne denunciato a piede libero per spaccio e morte conseguente ad altro reato, identificato e interrogato ieri sera per aver venduto la dose letale al 16enne, Lamberto Lucaccioni, deceduto per overdose dopo una serata al Cocoricò. I carabinieri sono risaliti all'identità del 19enne (T.C., le iniziali) che ha ceduto 3 grammi di mdma, ecstasy da sciogliere nell'acqua, grazie al racconto dei due compagni di Lamberto. Il 19enne, buona famiglia e una vita da studente, si è diplomato a giugno nello stesso liceo classico, indirizzo scientifico, frequentato dal 16enne. "E' prematuro rilasciare qualsiasi dichiarazione - ha detto l'avvocato Pauselli - è una tragedia per tutti. Si conoscevano e andavano nella stessa scuola. Ora bisogna capire bene come sono andate le cose".
Un primo chiarimento arriverà già con l'autopsia. Per i carabinieri ottenere subito informazioni dai due amici non è stato facile, perché in stato confusionale per l'ecstasy. Prima avevano descritto il pusher come un marocchino, poi come un uomo biondo. Solo nella tarda mattina di ieri, dopo aver atteso i familiari, e il dissolversi degli effetti della droga, i due hanno fatto nome e cognome dello spacciatore raccontando la "notte di sballo". Erano partiti in treno da Pinarella di Cervia (Ravenna) dove si trovavano per le vacanze con i genitori di uno di loro, intorno alle 23.30, con la droga in tasca. Arrivati a Riccione, in centro, hanno incontrato il 19enne che aspettava il saldo dell'ecstasy, 250 euro. Prima di entrare al Cocoricò, emozionati per la loro prima esperienza in Riviera, si sono divisi la bottiglietta d'acqua da mezzo litro in cui avevano sciolto la droga. Lamberto si è sentito male intorno alle 4, morendo poco dopo in ospedale.
Solo qualche ora prima i carabinieri avevano arrestato al Cocoricò uno spacciatore italo-belga con 10 grammi di mdma. Ma non era il pusher di Lamberto. Poi, quando i militari hanno perquisito l'abitazione del 19enne non hanno trovato droga, ma un ragazzo spaventato che già sapeva dalla tv della morte dell' amico 16enne. Ai carabinieri, il giovane pusher ha detto di aver fatto credito ai tre perché li conosceva, non voleva tenere con sé la droga e sapeva che avrebbero pagato con la "paghetta" dei genitori. Poi anche lui ha passato la serata a Riccione per andare a ballare al "Cocco". Ai carabinieri ha detto che collabora col locale per far mettere gente in lista e magari entrare gratis. Circostanza però smentita con decisione dal Cocoricò. Poi ha dormito in giro, all'aperto in qualche giardino, è andato al mare e alla sera è tornato a casa. "Nessun collegamento tra il 19enne e il locale", fa sapere il Cocoricò che in una nota dice di volersi costituire parte civile nel processo a carico del pusher.
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