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Terremoto in Emilia, truffa per gonfiare i contributi. Gdf sequestra 650mila euro

terremoto 2012

Terremoto in Emilia, truffa per gonfiare i contributi. Gdf sequestra 650mila euro

Denunciati 7 ferraresi, alcuni per riciclaggio

FERRARA, 13 febbraio 2016, 06:07

Redazione ANSA

ANSACheck

Terremoto in Emilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Terremoto in Emilia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Terremoto in Emilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Truffa per gonfiare i contributi del dopo-terremoto alle aziende: è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Ferrara che ha sequestrato beni e denaro per 650.000 euro. Alla fine delle indagini di Procura e finanzieri, sono stati denunciati sette ferraresi: 4 per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; altri 3 per riciclaggio. L'indagine Gdf della tenenza di Cento (Ferrara) ha messo in luce, con la collaborazione della Regione Emilia-Romagna, l'irregolarità dei contributi pubblici concessi a una impresa centese che aveva certificato danni per oltre 2 milioni di euro a fabbricati e macchinari aziendali. Per gonfiare l'importo dei lavori e ottenere finanziamenti più cospicui, la società proprietaria dell'immobile era ricorsa all'utilizzo di false fatture per 650.000 euro, emesse per lavori mai eseguiti e documentati da una società del tutto sconosciuta al fisco.

Parte dei contributi, 250.000 euro, erano stati già individuati e sequestrati dalle Fiamme Gialle nel giugno 2015 alla stessa società titolare del fabbricato lesionato nel maggio 2012, diretta destinataria della prima tranche di finanziamenti pubblici. I finanzieri sono poi riusciti a rintracciare anche il resto della somma, 400.000 euro, che il sodalizio era riuscito ad ottenere quando la Regione, parte lesa, aveva liquidato la tranche a favore della impresa, di fatto inesistente, che aveva falsamente documentato di aver effettuato opere di ripristino sul fabbricato. I soldi illecitamente ottenuti erano stati fatti confluire nella disponibilità di tre degli indagati, attraverso conti intestati a società di comodo a loro riconducibili. Per ostacolare il rintraccio del denaro gli indagati hanno realizzato una serie di operazioni fittizie con società create ad hoc: in una prima fase con la stipula di contratti preliminari di compravendita di immobili, poi con l'acquisizione di quote societarie e operazioni di finanziamento, infine con il pagamento di false fatture emesse anche da società estere. Il Gip di Ferrara ha disposto il sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie (saldi attivi di conto corrente, libretti al portatore, gestioni patrimoniali e fondi comuni) per un valore complessivo di circa 400mila euro.

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