Con il basco e gli occhialini, in
giro per Bologna o al bar, giacca di pelle gialla o mentre si
"misura" l'altezza con i giocatori di basket. Ritratti intimi e
inattesi alla mostra "Lucio Dalla, immagini e suoni", la prima
che gli sia mai stata dedicata, aperta fino al 2 ottobre e
gratuita, al Vittoriano di Roma. Un viaggio tra pubblico e
privato, curato da Ernesto Assante, negli ultimi trent'anni di
vita e successi, fino alla morte per infarto il primo marzo 2012
in un albergo di Montreux. Lo raccontano gli scatti di Giovanni
Canitano e Guido Harari, Fabio Lovino, Carlo Massarini, Fausto
Ristori e Luciano Viti. Alle foto dei concerti "silenziose" e
ferme, Assante ha preferito una dimensione più privata e "Senza
Lucio", documentario di Mario Sesti con le parole dei suoi
amici, da Marco Alemanno a Renzo Arbore, Charles Aznavour, John
Turturro. Tra i primi a visitare la mostra, Eleonora Giorgi e
Ron, tra i suoi più grandi amici: Lucio ci manca perché era
"importante" come persona, "grande dentro".
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