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In tribunale querelle sito Museo Morandi

In tribunale querelle sito Museo Morandi

Azione civile del Comune per accertare correttezza adempimenti. Pasquali e Brunelli, è un autogol

BOLOGNA, 24 novembre 2017, 15:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Comune di Bologna ha depositato in Tribunale un'azione civile che punta "ad accertare la piena legittimità della decisione di collocare il Museo Morandi all'interno del MAMbo" nel 2012. Il Museo era nato nel 1993 nella sede comunale di Piazza Maggiore, dalla donazione fatta dalla sorella del pittore Giorgio Morandi. E' l'avv.Luigi Balestra che ha agito per conto del Comune, puntando a "un provvedimento di accertamento del corretto adempimento dell'onere apposto alle donazioni Morandi", dopo le contestazioni mosse da diversi studiosi alla decisione di spostarle all'interno del Museo d'arte moderna.
    L'auspicio del Comune è di "giungere in tempi brevi alla soluzione delle questioni giuridiche legate alle clausole della donazione Morandi", perché l'accertamento definitivo permetterà "di iscrivere le azioni future in un quadro di certezza giuridica e di correttezza amministrativa", in vista della programmazione 2018-2020 in cui le valorizzazioni della collezione Morandi "trovano ampio spazio".

   "Il fatto che sia un Comune importante come Bologna a disattendere le volontà di una donatrice, potrebbe costituire un precedente e pregiudicare future donazioni". Così Marilena Pasquali, prima responsabile del Museo Morandi dall'apertura nel 1993 fino al 2001, quando ha lasciato proprio rivendicando un'autonomia di budget e di programmazione delle attività, pur all'interno dell'Istituzione Musei, affinché il Museo Morandi non finisse a dipendere dall'allora galleria d'arte moderna, poi diventata il MAMbo. Pasquali riferisce che una collezionista, proprio non condividendo la collocazione al MAMbo, "alcune settimane fa ha ritirato due opere di Morandi, un dipinto e un acquerello, che altrimenti avrebbe anche potuto pensare di donare". L'ex responsabile del Museo, che lavorò fin dal 1982 alla donazione poi compiuta dalla sorella del pittore, ricorda che la sede "espressamente indicata" da Maria Teresa Morandi era quella comunale di Palazzo D'Accursio in piazza Maggiore, una sede "che per almeno otto anni ha funzionato egregiamente". Per Pasquali l'azione civile depositata dal Comune in tribunale per accertare la correttezza degli stessi adempimenti municipali, è "un interessante cambio di atteggiamento": "il Comune ha richiesto alla magistratura l'accertamento della legittimità della loro azione. E' per me confortante, nel senso che evidentemente anche i responsabili comunali non ritengono più così scontata questa legittimità, come fino a oggi sostenuto. Il Comune dubita, abbandona l'iniziale posizione di asserita sicurezza delle proprie azioni e richiede un giudice terzo. Insomma, questa mossa ha tutto il sapore di un autogol". 

   Quasi le stesse parole quelle usate da  Elisabetta Brunelli Monzani, presidente di Confedilizia Bologna: "Clamoroso autogol del Comune che chiede l'accertamento della possibilità di utilizzare la collezione Morandi diversamente da quanto statuito nella donazione e nel testamento della sorella del Maestro: hanno paura delle responsabilità civili e amministrative". Elisabetta Brunelli Monzani in primavera organizzò un convegno sul Museo Morandi alla presenza di collezionisti del pittore.

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