Era finita per sei mesi in carcere con l'accusa di maltrattamenti e stalking ai danni del figlio e della compagna, ma ora il tribunale di Rimini ha dichiarato la donna, 63 anni, incapace di intendere e di volere e l'ha assolta, senza applicare misure restrittive. Quando venne arrestata le furono contestati episodi proseguiti fino all'estate del 2017. In pratica, come ritorsione nei confronti del figlio che non le faceva vedere la nipotina, avrebbe iniziato a molestarlo con una serie di 'scherzi' pesanti e angherie: le gomme dell'auto bucate, la vettura sporcata con l'olio, oppure la moto gettata in terra. Prima fu disposto un divieto di avvicinamento, poi, alla prima violazione, il carcere a Forlì. Il difensore, l'avvocato Matteo Sanzani, a gennaio ha ottenuto l'obbligo di dimora. Nel processo ha chiesto una perizia psichiatrica, che ha accertato come l'imputata fosse incapace di intendere e di volere e non socialmente pericolosa.
Ora chiederà che venga riconosciuta l'ingiusta detenzione. "Farò ricorso alla Corte di appello - ha detto Sanzani - per ottenere la riparazione: gli elementi di insanità mentale erano desumibili già
dall'ordinanza cautelare. Nessuna misura doveva essere applicata".
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