C'è tutta la complessità, vivace,
dinamica e imprevedibile, di un 'homme-orchestre' come Dubuffet
nell'omaggio che la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia
rende al suo percorso artistico nel '900 con una grande
retrospettiva dal 17 novembre al 3 marzo. Dal titolo "Jean
Dubuffet, l'arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985", la
mostra delinea la parabola di un originale artista artigiano che
attorno ai 40 anni ha abbandonato il commercio dei vini per
dedicarsi completamente al suo estro creativo ed è stato anche
pensatore, letterato, musicista e grande sperimentatore di
tecniche e stili. Una poliedricità dimostrata da Dubuffet fino
alla morte, nel 1985, che il progetto espositivo, curato da
Martina Mazzotta e Frédéric Jaeger, documenta attraverso 140
opere, tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri
d'artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali,
provenienti dalla Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts
Décoratif di Parigi, e da collezioni private di Francia,
Svizzera, Austria e Italia.
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