E' stata una notte di paura, ma che non ha praticamente provocato nessun danno, quella trascorsa a Ravenna e sulle coste romagnole. Tre minuti dopo la mezzanotte del 15 gennaio, un terremoto di magnitudo 4.3 ha riversato molte persone in strada. La scossa è stata avvertita in maniera molto forte nell'area intorno all'epicentro, localizzato sulla costa ravennate, ma è stata sentita anche a Bologna, nelle Marche e in Veneto.
Fin da subito si sono attivate la protezione civile e i vigili del fuoco che hanno fatto alcune decine di interventi, senza però rilevare particolari criticità: è caduto qualche calcinaccio nei palazzi più vecchi e c'è stata qualche crepa negli intonaci. Nessun edificio è stato dichiarato inagibile e non ci sono stati feriti. Fin dalla notte il sindaco di Ravenna Michele De Pascale ha deciso di tenere chiuse le scuole nella giornata di martedì: una misura presa sia per precauzione, sia per permettere un controllo approfondito che ha dato esito negativo e infatti mercoledì i ragazzi tornano regolarmente in classe.
Controllati anche i numerosi siti storici, patrimonio dell'Unesco, della città. Da un primo screening i mosaici, i monumenti e le basiliche, esempi d'arte bizantina che attraggono a Ravenna turisti da tutto il mondo, sono risultati integri e senza danni. A Ravenna è arrivato martedì mattina anche il capo della protezione civile Angelo Borrelli che ha incontrato sindaci e istituzioni per fare il punto della situazione. Borrelli ha confermato che il terremoto non ha praticamente fatto danni e si è complimentato con Comuni e popolazione per il senso civico e la preparazione dimostrati. Il danno più ingente che ha fatto il terremoto (anche se non è certo il legame con il sisma) sarebbe stato a diverse decine chilometri dall'epicentro, a Bologna, dove si è inclinato, senza staccarsi, il globo di pietra che sorregge la croce sulla sommità del campanile della chiesa di Sant'Isaia, nel centro della città. Il piccolo cedimento è stato segnalato ai Vigili del Fuoco che sono intervenuti per un sopralluogo e per mettere in sicurezza la croce. La Chiesa, e alcuni locali della Canonica, sono stati chiusi per precauzione.
E' stata ricalcolata in 4,3 la magnitudo del terremoto avvenuto a 11 chilometri da Ravenna, a mezzanotte e 3 minuti di martedì 15 gennaio. Lo rende noto l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) alla luce dei calcoli che vengono fatti dopo le prime stime, date in automatico. "La prima stima provvisoria è relativa alla Magnitudo locale ed è quella fornita in automatico dai sismometri" ha detto all'Ansa il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni. Poi, ha aggiunto, i sismologi rielaborano il dato con la massima celerità e accuratezza, sulla base delle informazioni fornite da tutti i sismometri dell'area circostante che hanno registrato la scossa, e si fornisce la stima della Magnitudo momento, "che è considerata più attendibile".
Evento sismico Ml 4.6 in provincia di Ravenna del 15 gennaio 2019 https://t.co/vn0hFQWagX
— INGVterremoti (@INGVterremoti) 15 gennaio 2019
Il terremoto è avvenuto in un'area di una zona considerata ad alta pericolosità sismica, spiega l'Ingv. La sismicità storica dell'area non riporta eventi significativi dove si è verificata la scossa, ma nelle aree circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5. Se si osserva invece la storia sismica della città di Ravenna, diversi terremoti hanno prodotto intensità pari o superiori al sesto grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (Mcs), quindi al di sopra della soglia che produce danno agli edifici. La massima intensità storica, pari al settimo-ottavo grado, si è avuta in occasione del terremoto del 22 giugno del 1620.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA