REGGIO EMILIA - l presidente del tribunale per i Minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro, sta continuando a rivalutare, con i suoi colleghi del tribunale e della procura minorile e d'intesa con la procura di Reggio Emilia, i procedimenti al centro dell'indagine sui presunti affidi illeciti in Val d'Enza, per alcuni casi arrivando a inviare i propri giudici per verificare direttamente le condizioni dei minori coinvolti. Gli accertamenti riguardano non solo i casi finiti nell'inchiesta, segno che l'ufficio giudiziario vuole fare chiarezza su tutte le segnalazioni arrivate dal servizio sociale della Val d'Enza. Proprio per questo motivo tutti i casi sono stati affidati a un differente servizio sociale, conferendo anche incarico a consulenti e periti per far luce su ogni situazione e riesaminare le precedenti risultanze dei servizi sociali sotto inchiesta. I giudici sono stati anche nelle comunità ospitanti e hanno incontrato insegnanti nelle scuole. Dagli accertamenti preliminari sono emerse omissioni e anomalie all'interno delle relazioni dei servizi. Tra l'altro, in una procedura di dichiarazione di abbandono, e quindi con sentenza di adottabilità - dove i genitori biologici si erano resi effettivamente autori di condotte estremamente pregiudizievoli nei confronti dei figli - il servizio non avrebbe comunicato al tribunale che erano state individuate coppie e già lì collocati i minori. Questo, nonostante l'ordine di trovare famiglie affidatarie 'di concerto' coi giudici.
Emerge sempre più un'attività che avrebbe indotto in errore Procura e tribunale per i minori. Secondo quanto si apprende, peraltro, l'inchiesta sarebbe stata avviata anche da segnalazioni degli uffici giudiziari minorili che avevano constatato anomalie.
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