La Procura di Bologna ha chiesto il giudizio immediato per Mounir Bahroumi, 25 anni, tunisino, accusato di autoaddestramento con finalità di terrorismo anche internazionale. Nel suo smartphone erano stati trovati migliaia di file, con indicazioni su come costruire esplosivi o altre armi, video di attentati, esecuzioni di infedeli, predicatori che incitano alla Jihad, testi inneggianti al martirio. Per questo, al termine di un'indagine della Digos e della Polizia Postale, coordinata dal pm Antonella Scandellari, il giovane muratore residente a Busseto (Parma) e difeso dall'avvocato Roberto Filocamo, a febbraio era stato fermato e da allora è in carcere. Secondo gli investigatori avrebbe avuto contatti con ambienti dell'Isis attraverso social network, in ambienti riservati. Il materiale in suo possesso, per la Procura, è "un univoco portato di informazioni ritenuto utile al suo successivo coinvolgimento in atti di terrorismo".
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