Dopo gli effetti 'benefici' del lockdown, la qualità dell'aria del bacino padano torna scarsa. In particolare in Emilia-Romagna è "critica" la situazione a causa dell'ozono estivo, con 15 stazioni di monitoraggio con valori oltre i limiti tollerati. A lanciare l'Sos è Legambiente E-R, secondo la quale con l'ondata di calore la situazione potrebbe anche peggiorare.
L'associazione rileva che dopo il calo della concentrazione degli ossidi di azoto durante il periodo di lockdown, con la ripresa delle attività e degli spostamenti con mezzi privati tornano a salire le concentrazioni di ozono. Pur essendo meno noto dell'inquinamento invernale da polveri sottili, l'ozono rappresenta un inquinante altrettanto pericoloso: colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore e può causare irritazioni agli occhi e all'apparato respiratorio.
"Proprio mentre le Regioni del Nord comunicano l'intenzione di fare slittare il bando degli Euro4 previsto ad ottobre - sottolinea Legambiente - in Emilia-Romagna sono già 15 le stazioni di monitoraggio dell'ozono, in 7 province, che hanno superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di superamento consentiti sul valore obiettivo di 120 microgrammi per metro cubo sulla media mobile delle 8 ore". Picco ieri nel Parmense con 198 microgrammi per metro cubo. "Fondamentale" per Legambiente "non abbassare la guardia sulle politiche per ridurre il traffico su gomma, sulle emissioni industriali e sugli stili di vita".
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