Fondazione Modena Arti Visive
ospita dal 12 settembre al 10 gennaio la mostra 'Anime Manga.
Storie di maghette, calciatori e robottoni': l'esposizione, a
Palazzo Santa Margherita, è realizzata a partire dai materiali
conservati all'interno della Collezione Museo della Figurina,
donata nel 1992 da Giuseppe Panini al Comune di Modena e oggi
gestita da Fmav.
La mostra si focalizza sul legame tra manga e anime, mettendo
in evidenza come nella maggior parte dei casi i cartoni animati
giapponesi siano derivati da prodotti editoriali, sebbene non
manchino esempi del percorso inverso, per cui celebri anime
hanno ispirato la creazione dei corrispettivi manga. Il percorso
illustra nascita e modalità di diffusione tipiche di queste
forme di intrattenimento, insegna a decodificarne il linguaggio
peculiare e i segni grafici, spiega i generi principali in cui
vengono suddivisi i manga, da quelli per l'infanzia - i
cosiddetti kodomo - agli spokon a tema sportivo, passando
attraverso i cartoni animati del World Masterpiece Theater
tratti da opere letterarie occidentali. Alcune sezioni sono
dedicate al genere femminile shōjo, di cui fanno parte le
celeberrime maghette e le storie sentimentali, e shōnen, storie
avventurose per il pubblico maschile, con un focus sui mitici
robottoni come Mazinga e Danguard.
Proprio gli anime sono i protagonisti assoluti dell'editoria
delle figurine dagli anni Ottanta in poi: Kiss me Licia,
L'incantevole Creamy, Occhi di gatto, Holly e Benji, per fare
qualche esempio, sono stati compagni dei pomeriggi di bambini e
adolescenti che negli album di figurine e nelle card hanno
trovato l'opportunità di giocare con i loro personaggi
preferiti, intrattenendosi secondo modi e tempi diversi rispetto
a quelli televisivi. Oggetto di censura che spesso li ha
snaturati, questi cartoni animati sono stati criticati da
pedagoghi, genitori e opinionisti. Oggi invece, anche in ambito
accademico, studi riconoscono agli anime un posto importante nel
cinema di animazione internazionale, il merito di avere
reinventato generi come la fantascienza, il feuilleton, la
sit-com e di aver saputo sviluppare un linguaggio nuovo
all'interno dei limiti di un budget ridotto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA