Il Consiglio di Stato "sospende, fino alla discussione collegiale in udienza pubblica - che fissa al 28 gennaio 2021 - la esecutorierà della sentenza appellata e gli atti impugnati in primo grado". Il Consiglio di Stato di fatto ordina la sospensione della sperimentazione sui macachi delle Università di Torino e Parma, ribaltando la sentenza del Tar.
Esulta la Lav: "Questa importante pronuncia fa chiarezza oltre il 'muro di gomma' che difende un progetto sperimentale in cui emergono sempre di più requisiti mancanti, incongruenze e insufficienti valutazioni di parte". Gli attivisti della Lega antivivisezione sottolineano come "il supremo organo della giustizia amministrativa ha richiesto un dovuto 'approfondimento scientifico analitico e motivato' da parte di un ente terzo che dovrà confrontarsi con le parti: una grande novità rispetto al passato". "La sperimentazione oggetto del progetto 'Light-up' - aggiunge la Lav - prevede la lesione della vista, con invasivi interventi al cervello, e l'uccisione finale degli animali, esperimento classificato dallo stesso ministero della Salute con il grado di dolore più alto ed eseguito su delle specie fortemente protette dalle norme nazionali ed europee". La Lav evidenzia "indebite pressioni mediatiche pervenute nelle ore immediatamente precedenti la pronuncia giudiziaria, da parte del fronte pro sperimentazione animale" con il "tentativo della senatrice Cattaneo di influenzare nelle ore precedenti la sentenza del Consiglio di Stato la decisione della Commissione giudicante" e punta il dito contro "una lettera aperta di professori universitari, ricercatori e società varie nella quale si parla di campagna di disinformazione Lav".
Critici i ricercatori: "Una sentenza che pesa come un macigno sul futuro della ricerca italiana, sempre più in balia dell'antiscienza e dell'aggressiva deriva animalista". Così Research4Life commenta il pronunciamento sul caso Light Up del Consiglio di Stato, che ha sospeso la sperimentazione su sei macachi. E' una sentenza "che lascia senza parole - aggiunge - attoniti e tristi". A nulla, ricorda, "sono valse la recente relazione del ministero della Salute sulla indisponibilità di metodi alternativi e la lettera aperta dei rappresentanti scientifici di molte università italiane. Non possiamo che ribadire - immaginando di interpretare il pensiero di tutti i ricercatori italiani - che il perpetrato stravolgimento dei giudizi di merito enunciati da organismi autorevoli e competenti in ambito scientifico comporta un ulteriore logoramento dei principi di libertà di ricerca (art. 33 della Costituzione) su cui si fonda l'Università pubblica. Una condanna - conclude - alla "marginalità sociale" e alla 'irrilevanza politica'".
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