Per il secondo giorno consecutivo
calano, in Emilia-Romagna, i ricoverati in terapia intensiva:
una notizia positiva, sia per alleggerire la pressione sugli
ospedali, sia per sperare, come auspicato ieri dal presidente
Bonaccini, che i dati del prossimo monitoraggio possano portare
il ministero della salute a riportare la regione in zona gialla.
Con l'indice Rt in calo e il sistema di tracciamento che sta
funzionando meglio che nelle altre regioni, il punto critico,
per l'Emilia-Romagna, resta infatti l'affollamento degli
ospedali.
E' in discesa anche il numero dei casi attivi che passa a
68.773: il 95,8% dei casi è in isolamento domiciliare, perché
non necessita cure particolari. I pazienti in terapia intensiva
sono 245, cinque in meno di ieri, mentre quelli ricoverati negli
altri reparti Covid restano, come ieri, 2.673
Il numero dei nuovi positivi rimane però alto: nelle ultime
24 ore sono stati 2.172, a fronte di 17.241 tamponi. Si
registrano 71 morti: un numero in crescita, ma che tiene conto
di alcune vittime di Forlì (che oggi sono 23), che non erano
state conteggiate negli ultimi giorni. Continua a rimanere
significativa la percentuale degli asintomatici, 1.009, poco
meno della metà.
Fra i morti a causa Covid c'è Sergio Bonazzi, 59 anni,
infermiere del Policlinico Sant'Orsola di Bologna. E' la prima
vittima fra gli operatori dell'ospedale da quando è cominciata
la pandemia. La direzione ha annunciato che gli sarà intitolata
la 'Covid Intensive Care', la nuova terapia intensiva del
Padiglione 25, realizzata questa estate per fronteggiare la
seconda ondata. Era stato ricoverato d'urgenza in terapia
intensiva il 6 novembre scorso. Le sue condizioni, apparse
subito gravi, hanno reso necessaria l'intubazione immediata e da
allora è rimasto sempre in condizioni critiche, fino alla morte,
avvenuta stamattina.
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