L'europarlamentare del Pd
Elisabetta Gualmini si è sfilata dalla corsa a sindaco di
Bologna, dove il suo nome era da tempo accreditato. Lo ha
annunciato in un'intervista all'edizione bolognese di
Repubblica.
"Quella di diventare sindaco - ha detto - era una prospettiva
in cui mi sono ritrovata quasi per caso. Diciamo che a fronte di
molti incoraggiamenti e altrettante garbate pressioni, ero
entrata nell'ordine delle idee, riservandomi di decidere. Ma la
decisione dipendeva, come ho sempre detto, dal mio impegno a
Bruxelles, non da altro. Tanto meno dalla paura di perdere".
A sei mesi dalla data prevista dalle elezioni, l'ipotesi più
probabile rimane quella delle primarie visto che, dopo mesi di
consultazioni, è sfumata la possibilità di trovare un candidato
che dentro al Pd metta d'accordo tutti. Virginio Merola sta
completando il suo secondo mandato e al momento l'unico
candidato ufficialmente in campo per la sua successione è
l'assessore uscente Matteo Lepore, che però è inviso a una parte
del partito, anche perché considerato troppo spostato a
sinistra.
I suoi possibili sfidanti sono gli altri assessori uscenti
Alberto Aitini (che fa riferimento alla corrente Base
riformista) e Marco Lombardo. Sta valutando il da farsi anche un
big del Pd bolognese come Andrea De Maria che se dovesse
decidere di candidarsi non potrebbe però esimersi dalla sfida
contro Lepore alle primarie, come del resto avrebbe dovuto fare
Gualmini.
Nelle prossime settimane il Pd dovrà decidere quale percorso
seguire, anche perché la scelta del candidato potrebbe non
essere una variabile secondaria nella definizione del perimetro
dell'alleanza. Il passo indietro di Elisabetta Gualmini darà
senz'altro un'accelerata ai giochi di posizionamento che vanno
avanti da mesi.
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