Per indicare le sostanze stupefacenti usavano con i clienti parole in codice come 'tartufo', per la cocaina, o 'datteri' per l'hascisc. Lo hanno scoperto i Carabinieri che hanno smantellato una rete di spaccio attiva tra le province di Bologna e Modena.
I militari della Compagnia di Borgo Panigale, in collaborazione con le pattuglie di Modena e del 5/o Reggimento Emilia-Romagna, oggi hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare, disposta dal Gip Domenico Truppa, nei confronti di un 48enne originario della provincia di Bari e di un 34enne e un 42enne di nazionalità marocchina ritenuti responsabili, a vario titolo, di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope.
In base alle indagini, condotte dai Carabinieri della Stazione di Bazzano con il coordinamento del procuratore capo Giuseppe Amato e del pm Nicola Scalabrini, la 'rete', organizzata dai tre uomini residenti in Valsamoggia e in provincia di Modena, riforniva pusher operativi in Valsamoggia, a Casalecchio di Reno, in zona universitaria a Bologna, a Savignano sul Panaro e a Castelfranco Emilia, nel Modenese.
I militari hanno documentato cessioni di sostanze stupefacenti dopo accordi presi con i clienti. Durante gli accertamenti, iniziati settimane fa, sono stati sequestrati, in tutto, 500 grammi tra hascisc e cocaina, sono state arrestate sei persone e ne sono state denunciate una cinquantina. Scoperti e chiusi dai militari esercizi pubblici ritenuti luoghi di ritrovo dei pusher. Oltre ai tre destinatari della misura cautelare, sottoposti ai domiciliari, i Carabinieri hanno eseguito nove perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di uomini italiani, di origine albanesi e marocchina coinvolti nell'indagine e denunciati a piede libero.
L'operazione è terminata col sequestro di una sessantina di grammi tra hascisc, marijuana e cocaina e materiale per il confezionamento.
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