Gli ultimi due militari di guerra tedeschi superstiti condannati definitivamente all'ergastolo per l'uccisione indiscriminata di militari e civili italiani sono morti: si tratta, come conferma all'ANSA il procuratore generale militare Marco De Paolis, del centenario Karl Wilhelm Stark, accusato di vari eccidi commessi nel 1944 in varie località dell'Appennino tosco-emiliano e di Alfred Stork (97 anni), ritenuto responsabile di una delle stragi avvenute sull'isola di Cefalonia nel settembre 1943 nei confronti dei militari della Divisione Acqui.
Nessuno dei due ha mai fatto un giorno di carcere o di detenzione domiciliare.
L'ex sergente Stark, inquadrato nella Divisione Corazzata 'Hermann Goering' della Wehrmacht, è morto il 14 dicembre scorso. E' stato condannato all'ergastolo per alcuni degli eccidi compiuti sull'appennino tosco-emiliano nella primavera del '44, in particolare quelli di Civago e Cervarolo, nel reggiano, due borghi dove il 20 marzo furono trucidate complessivamente circa 30 persone, tra cui il parroco, e quello di Vallucciole, nell'Aretino, dove oltre 100 tra uomini, donne e bambini vennero uccisi per rappresaglia.
"L'ultima frase che Stark ci lascia ('il processo italiano è stata una farsa'), riassume in sette parole il suo modo sprezzante e la sua totale assenza di rivisitazione delle sue azioni criminali. Stark - ricordo - all'epoca della strage di civili innocenti a Cervarolo e nelle successive stragi realizzate dal suo reparto militare sull'Appennino tosco-emiliano, era un sergente, comandante di squadra nella 3a Compagnia del Reparto Esplorante ed in servizio nello Stato Maggiore. Stark è stato parte attiva nei massacri e sempre in servizio, come hanno ricordato vari suoi commilitoni, fra cui ad esempio Adolf Wedl", dice l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per i familiari delle vittime di Cervarolo.
"Il processo celebrato davanti alla Giustizia militare italiana si avvalse anche di intercettazioni telefoniche nelle quali gli ex nazisti, parlando fra loro, dimostravano negli anni Duemila la loro adesione alle stesse aberranti e violente idee di sessant'anni prima. In particolare si distinguevano Gabriel e Luhmann, presenti nelle azioni di Monchio, Susano e Costrignano", prosegue Speranzoni, secondo cui "i processi che hanno giudicato Wilhelm Stark colpevole" hanno "messo bene a fuoco le sue responsabilità come coautore di uccisioni e di operazioni militari che ebbero come obiettivo la popolazione civile". Il processo celebrato a Verona 10 anni fa "rimarrà pertanto importante nella storia giudiziaria italiana, poiché ha posto un punto fermo sulle responsabilità dei nazifascisti nella spietata repressione di vittime innocenti". Si trattò "di operazioni finalizzate a creare un clima di terrore, ma che non impedirono alle forze della Resistenza di liberare il nostro Paese da 20 anni di dittatura fascista e dall'occupazione nazista". "Il mio pensiero - conclude il legale - va a coloro che, essendo sopravvissuti ed avendo visto coi loro occhi le violenze e gli omicidi, testimoniarono nelle numerose udienze a Verona, dando una prova di grande forza e dignità e alle varie Anpi territoriali e agli enti pubblici che si costituirono parte civile nel processo, coadiuvandoci sempre"
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