Una notte in cella di sicurezza,
senza scarpe, e sottoposti a due interrogatori prima di essere
rilasciati. E' la brutta avventura di due fotoreporter italiani,
Michele Lapini e Valerio Muscella, fermati la notte scorsa, tra
lunedì e martedì, dalla Gendarmeria francese, mentre
documentavano un gruppo di migranti, cinque ragazzi afgani e tre
iraniani, che da Claviere (Torino) cercavano di raggiungere la
Francia.
"Li stavamo fotografando e non ci eravamo resi conto di aver
superato il confine, perché non ci sono cartelli visibili -
racconta Lapini - poi ad un certo punto hanno svoltato in una
stradina nei boschi e all'improvviso sono sbucati dal nulla i
gendarmi francesi. I profughi sono stati subito fermati e
condotti nella caserma alla frontiera del Monginevro, per poi
essere rispediti indietro, mentre noi abbiamo mostrato i
tesserini dell'Airf per fargli capire la nostra professione.
Sembrava tutto a posto ma poi ci hanno portati in caserma".
Ed è lì che un funzionario ha avanzato nei confronti dei due
fotoreporter italiani il sospetto che fossero dei trafficanti di
migranti, dicendo loro che sul rilascio avrebbe dovuto decidere
il procuratore. "Ci hanno messo in due diverse celle di
sicurezza, con la luce sempre accesa - spiega ancora Lapini - e
poi la mattina, dopo le 4, ci hanno interrogato separatamente,
volevano sapere se avevamo preso dei soldi dai migranti". Alla
fine, dopo aver convinto le autorità che erano entrambi
fotogiornalisti, sono stati rilasciati verso le 11 di questa
mattina, "senza che ci venisse consegnata una carta di quello
che era successo", sottolinea ancora Lapini, che da diversi anni
vive e lavora a Bologna. "Ogni sera la polizia francese respinge
decine di migranti, non solo ragazzi come quelli che
documentavamo noi, ma anche famiglie con bambini che camminano
chilometri sui sentieri di montagna, in mezzo alla neve. E'
questo il vero dramma", tiene a sottolineare Lapini.
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