"Da quando ho iniziato a
fotografare l'acqua non sono più riuscito a fotografare altro.
La mia idea è 'immobilizzarla', mi chiamano infatti il fotografo
che ferma l'acqua. Mi piace pensare alla macchina fotografica
come al mio terzo occhio, che utilizzo per portare vita, colore,
espressioni di gioia nel mondo". Così Claudio Koporossy, il
"fotografo dell'acqua" in questi giorni a Ferrara per
l'allestimento della sua nuova mostra, nello scenario di
Palazzina Marfisa d'Este. Koporossy ha incontrato l'assessore
Marco Gulinelli per un sopralluogo agli spazi che ospiteranno,
nel complesso, una quarantina di suoi scatti. Tra questi ci
saranno anche alcune fotografie ferraresi. L'autore sta infatti
immortalando alcuni 'luoghi dell'acqua' cittadini. Le immagini
saranno esposte a fianco di quelle realizzate tra le scenografie
d'acqua della Reggia di Peterhof, in Russia, della Torre Eiffel
a Parigi e della Gran Moschea dello Sceicco Zayed, ad Abu Dhabi.
La mostra a Marfisa d'Este è pronta a partire: era inizialmente
prevista fino al 13 giugno, ma è stata prorogata fino a fine
agosto.
"Ho iniziato a fotografare le nature morte, poi nel corso di
un soggiorno a Positano ho colto le suggestioni e il dinamismo
dell'acqua - racconta Koporossy - E mi sono appassionato alla
sua velocità perché è capace di regalare in ogni istante un
effetto completamente diverso. Ho dovuto cambiare macchine
fotografiche e strumenti, perché per questo genere di foto c'è
bisogno di una dotazione tecnica dalle grandi prestazioni: tempi
stretti, grande sensibilità, profondità di campo. Oggi i miei
soggetti preferiti sono le water natures, un termine inglese che
richiama la mia esperienza con le nature morte, inserite però
nel contesto dell'acqua".
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