Quasi ottomila 'pezzi', fra reperti di tipo antiquariale, archivistico e librario, 28 reperti paleontologici e 103 reperti archeologici, con un valore stimato in 1,5 milioni, ai quali si aggiungono 43 opere d'arte contraffatte con un valore di altri 3,6 milioni. Sono i beni recuperati e sequestrati nel corso del 2020 in Emilia-Romagna dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, che hanno anche denunciato 37 persone.
Nella maggior parte dei casi si tratta di furti di oggetti d'arte, ricettazione di opere rubate, contraffazione di dipinti, ma sono stati contestati anche reati in danno del paesaggio. Tra le operazioni più significative - spiega una nota dell'Arma - ci sono due sequestri di preziosi reperti archeologici che erano detenuti illegalmente da privati.
Nel Parmense, i carabinieri hanno recuperato una brocca tipo 'oinochoe' e un vaso tipo 'trozzella', la prima di produzione Apula del IV-III secolo a.C. e il secondo di produzione Messapica del VI-III secolo a.C. Entrambi sono stati tolti a una persona che li aveva ereditati e sono risultati illecitamente posseduti. Sono stati consegnati alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, per la confisca.
A Modena, è stata recuperata una collezione archeologica costituita da 57 reperti, la quasi totalità integri e di produzione Apula, anch'essi tolti a una persona che li aveva ereditati e risultati illecitamente detenuti. Gli oggetti, che hanno un valore commerciale sui 100mila euro, sono stati affidati alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna.
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