/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Anziana morì in clinica, per consulenza 'farmaco fu la causa'

Anziana morì in clinica, per consulenza 'farmaco fu la causa'

'Somministrazione eccessiva', causa a Ravenna per 900mila euro

BOLOGNA, 12 luglio 2021, 15:34

Redazione ANSA

ANSACheck

Un 'aula di giustizia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'aula di giustizia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'aula di giustizia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sussiste il nesso causale tra l'errata ed eccessiva somministrazione di un farmaco, che ha provocato gravi effetti collaterali e la morte di una donna, a 81 anni, l'11 maggio 2018. Il medicinale ha agito come causa scatenante dell'alterazione di un equilibrio clinico-funzionale della paziente, innescando una cascata di eventi che ha portato al decesso e riducendo pesantemente le possibilità di sopravvivenza. Lo ha stabilito la consulenza tecnica disposta nell'ambito della causa civile avviata dai familiari dell'anziana, difesi dagli avvocati Chiara Rinaldi e Maria Federica Celatti, che chiedono un risarcimento danni di oltre 900mila euro alla clinica ravennate Domus Nova che l'ebbe in cura e ai medici, difesi rispettivamente dagli avvocati Massimo Dalmonte, Francesca Giardini e Stefano Della Valle.
    Proprio la protratta somministrazione in dosi massicce del farmaco è definita dalla consulenza, firmata dalla specialista in Medicina legale e delle assicurazioni Ida Storchi, un "lampante profilo di malpractice" il che costituisce "una chiara colpa per negligenza". Inoltre da parte della struttura c'è stato un incompleto e scorretto adempimento degli obblighi spettanti dal 'contratto di spedalità'.
    Sulla morte è in corso anche un processo penale per omicidio colposo, con due medici, difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari, che hanno chiesto il rito abbreviato e il Gip che ha disposto una perizia tecnica, mentre un terzo medico imputato, difeso dall'avvocato Della Valle, è a giudizio in rito ordinario: i familiari sono parte civile sempre con l'avvocato Rinaldi. Secondo l'accusa, pm Cristina D'Aniello, i medici avrebbero disatteso "clamorosamente" le prescrizioni terapeutiche, a fronte di un dosaggio prescritto dal medico di base di una somministrazione settimanale, nel corso della degenza le è stato dato giornalmente, per 13 giorni.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza