Condanna all'ergastolo per Ivan Rudic, autotrasportare serbo di 36 anni. Due anni per Mihai Apopei, operaio romeno 51enne. E' la sentenza pronunciata dalla Corte di assise di Bologna nel processo per l'omicidio di Consolato Ingenuo, 42enne calabrese ritrovato cadavere nel luglio 2019 in un dirupo tra Cereglio e Tolè, nel Comune di Vergato, in Appennino.
Rudic è stato giudicato responsabile di omicidio volontario e occultamento di cadavere, mentre Apopei è stato assolto per non aver commesso il fatto dalla ipotesi più grave e condannato solo per la seconda. La Procura, con il pm Bruno Fedeli, aveva chiesto l'ergastolo per Rudic, tre anni per Apopei.
L'omicidio era scaturito da una lite tra i tre, conoscenti da tempo, scoppiata in un bar a Tolé. Dopo che si erano allontanati in auto, del 42enne si erano perse le tracce: il suo corpo venne ritrovato, la mattina seguente. I giudici hanno anche disposto il risarcimento in sede civile e provvisionali per oltre 100mila euro alle parti civili, i familiari di Ingenuo, ovvero la madre, i tre fratelli, la sorella e la figlia minorenne della vittima, difesi dagli avvocati Francesco Antonio Maisano e Alberto Bernardi.
"Esprimiamo soddisfazione - ha detto l'avvocato Maisano - perché la Corte ha ricostruito i contorni di un fatto omicidiario estremamente grave, che tanto dolore ha riversato su una famiglia colpendo in particolare un bambino in tenera età, che non potrà più avere accanto il suo papà. Aspettiamo ovviamente di leggere le motivazioni della sentenza per capire meglio la scelta della Corte, che ha ritenuto invece di dover assolvere per il reato più grave l'imputato Apopei, riservandoci eventualmente ogni iniziativa per il prosieguo".
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