Cartelloni, striscioni e tanti ritratti di Patrick Zaki di diverse grandezze con il volto tratteggiato dall'artista Gianluca Costantini. Alla vigilia della seconda udienza a carico dell'attivista e studente dell'Alma Mater emiliana, Bologna è scesa ancora una volta in piazza. Circa 300 persone hanno partecipato al presidio all'ombra di San Petronio, tra queste anche il sindaco Virginio Merola, Alessandro Bergonzoni e Rita Monticelli, docente del ricercatore egiziano.
"Sono 19 mesi e mezzo che, alla vigilia di ogni udienza o in questo caso del processo, abbiamo deciso di scendere in piazza - ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - passiamo da momenti di speranza a momenti di pessimismo. Sappiamo che ogni momento può essere decisivo, dobbiamo essere pronti al meglio a una decisione che ponga fine al calvario di Patrick, ma dobbiamo anche essere pronti al peggio. In Egitto - ha aggiunto - si può condannare una persona in 5 minuti, senza problemi. Non sappiamo domani cosa succederà: se dovesse essere condannato un giorno quella condanna arriverà sul tavolo di Al-Sisi - ha proseguito Noury - che ha il potere di concedere la grazia. E allora tutti, tutti dovremo dire che il problema non è giuridico, ma politico. E il premier Draghi dovrà pretendere la libertà per Patrick. Patrick deve tornare qui. Dire che, per una persona innocente, ci accontentiamo di cinque anni di detenzione è una infamia, noi non molliamo".
"Mi auguro che questo 'silenzio operativo' - ha aggiunto il sindaco di Bologna, Merola - non ci faccia accontentare: spero che domani sia una giornata migliore e di speranza e che si faccia giustizia in nome della libertà e dei diritti umani".
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