E' stata accolta da calorosi
consensi, ieri sera al Teatro Galli di Rimini, la prima assoluta
della nuova opera fantastica di Matteo D'Amico , "Il viaggio di
G. Mastorna", ispirata al film omonimo mai realizzato da
Federico Fellini. Strano destino quello del Mastorna: Fellini,
infatti, non amava il melodramma: "l'opera - scrisse - fa parte
della mia italianità come i bersaglieri, Garibaldi, gli
imperatori romani", tant'è che quando gli venne chiesto di
allestire Aida per la riapertura nel 1981 del restaurato Teatro
Comunale i Bologna, dopo vari tentennamenti rifiutò.
A più di 50 anni dalla realizzazione della sceneggiatura del
film e di parti del set, quel progetto si è ora concretizzato
proprio in uno spettacolo operistico nel Teatro della sua città
natale. Artefici il regista e voce narrante (quella dello stesso
Fellini) Valter Malosti, autore di uno spettacolo giocato
soprattutto su filmati e disegni dello stesso Fellini e quelli
del successivo fumetto di Manara, abbinati a un sapiente e
suggestivo gioco di luci di Cesare Accetta e Sergio Metalli.
Il viaggio di G. Mastorna è un viaggio negli inferi di un
uomo morto che non sa di esserlo, una sorta di moderno Orfeo. La
pantomima tra suore e frati fa tornare alla mente il travolgente
defilè ecclesiastico del film Roma: suggestiva cornice finale
dentro la quale Mastorna ritrova la sua famiglia. Dal canto suo
D'Amico, autore anche del libretto, ha utilizzato un piccolo
organico di 18 strumentisti, sfruttandone le capacità
cameristiche, per una partitura, poco più di un'ora e mezza la
durata dello spettacolo, "che rifugge, per lo più, dalla
contemplazione lirica e che avvolge tutto, battute del narratore
comprese, nel suo fluire incessante". A parte Luca Grassi, il
baritono che si è fatto carico di Mastorna, gli altri personaggi
e i cori madrigalistici, inseriti in omaggio a Dante, sono stati
interpretati dai soprani Yulia Tkachenko e Vittoria Magnarello,
dal mezzosoprano Eleonora Lué, dal tenore Aslan Halil Ufuk e dal
basso Ken Watanabe con gli attori Marco Manchisi e Matteo
Baiardi. Ha suonato l'Orchestra Arcangelo Corelli diretta da
Jacopo Rivani. Si replica il 4 novembre al Teatro Bonci di
Cesena.
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