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In Emilia-Romagna frena la crescita di cittadini stranieri

In Emilia-Romagna frena la crescita di cittadini stranieri

Il dossier: tre under 18 su quattro sono nati qui

BOLOGNA, 28 ottobre 2021, 15:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Al 31 dicembre, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 537.556, in flessione di poche decine di unità rispetto all'anno precedente. A dirlo è il Dossier statistico immigrazione Idos-Confronti, presentato oggi a Bologna con i dati per l'Emilia-Romagna. Rallenta quindi in regione la crescita della presenza di cittadini stranieri, che costituiscono il 12,1% della popolazione complessiva del territorio: si tratta dell'incidenza più alta fra le regioni italiane, in leggero incremento perché la popolazione italiana (e complessiva) è calata per effetto della pandemia di Coronavirus.
    I cittadini non Ue, da soli, rappresentano il 9,3% della popolazione emiliano-romagnola. L'incidenza di residenti stranieri resta più alta nelle province nord-occidentali: a Piacenza è del 14,6%, a Parma del 14,3%, a Modena del 13%, a Reggio Emilia del 12,2%. Sotto la media regionale Bologna (11,7%), Ravenna (11,3%), Forlì-Cesena (11%), Rimini (10,7%) e Ferrara (9,5%). La comunità più rappresentata è quella romena, che raccoglie il 17,6% del totale dei cittadini stranieri residenti. Cresce l'incidenza degli alunni stranieri iscritti alle scuole della regione: erano il 17,1% del totale nel 2019/2020 (contro il 16,4% dell'anno prima). I bambini stranieri nati nel 2020 in Emilia-Romagna sono stati un quarto del totale dei nati nell'anno (in Italia il 15%). Tra gli stranieri minorenni, circa tre quarti (il 74,5%) sono nati in Italia.
    Restano stabili gli occupati (circa 259.800), mentre calano del 6,4% a livello nazionale. Ma le donne straniere occupate diminuiscono da 122.867 a 115.952. Crescono le imprese condotte da cittadini stranieri: sono 55.999, il 12,5% del totale, con un incremento del 2,5% rispetto al 2019, mentre le imprese italiane sono diminuite (-1%). Sul versante delle rimesse, dopo anni di stazionarietà, i dati della Banca d'Italia indicano un aumento del flusso di denaro inviato nei Paesi di origine dei migranti: da 568 a 706 milioni, con un aumento del 24,3% rispetto al 2019.
   

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