Nuove opere in esposizione e una
performance live per Antonio Longo, che si propone fino al 20
novembre alla galleria Art&Co di Parma. Gli artisti non amano
solitamente mostrare la tecnica utilizzata che porta alla
realizzazione finale della propria opera, viceversa venerdì 12
(ore 18.30) Longo con il décollage "invita il pubblico a sognare
attraverso lo strappo del sipario".
Da vent'anni il maestro torinese sperimenta una tecnica che
lo porta a essere riconosciuto come l'erede del più
rappresentativo della tecnica del décollage di Mimmo Rotella.
Antonio Longo, però, è come se ampliasse la tavolozza della pop
art, ne ricostruisce i significati più intimi e, allo stesso
tempo, si eleva ad artista universale senza porre limite ai
soggetti scelti per i suoi strappi. L'artista racconta una nuova
generazione in cui il manifesto non rappresenta solo la
comunicazione e l'omologazione, ma anche il gusto e il senso
estetico. È un gesto istintivo, spesso costruito con equilibrio
di cromie che riaffiorano dagli spazi lacerati dei manifesti.
Utilizza un processo inverso a quello del collage, speculare
rispetto al papier collé, in quello che è soprannominato papier
decollé. Infatti, invece di aggiungere materia, l'artista toglie
del materiale producendo alcuni strappi nel manifesto: il
décollage.
Rotella azzera la composizione, limitando al massimo la
propria partecipazione emotiva alla realizzazione dell'oggetto
d'arte, che si rivela nient'altro che un objet trouvé in stile
neo-dadaista, un manifesto trovato e strappato dalla strada per
essere successivamente esposto. Longo si sottrae dal vincolo
della ricerca del manifesto dalla strada, ma crea un mondo
nuovo: le immagini non sono un vincolo espressivo, ma una
possibilità di far sognare il fruitore.
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