Una grande mostra, due percorsi
monografici paralleli se pur fisiologicamente congiunti, la
scoperta delle Scuderie Ducali appena restaurate e rese sede
espositiva della Grande Pilotta. È quanto la direzione del
Complesso monumentale della Pilotta di Parma propone, dal 20
novembre al 13 febbraio, nell'ambito del progetto 'Dante e la
Divina Commedia in Emilia-Romagna', un percorso diffuso che
valorizza il patrimonio dantesco di 14 biblioteche e archivi
storici in cui l'autore della Commedia, dopo l'esilio, trovò la
sua seconda patria. Il titolo del progetto - 'Un splendor mi
squarciò 'l velo' - tratto dal trentaduesimo Canto del
Purgatorio, ha ricevuto il patrocinio del comitato per le
celebrazioni Dantesche. È l'apporto della Nuova Pilotta voluto
dal direttore Simone Verde e di fatto chiude i festeggiamenti in
onore del sommo poeta nel 2021.
A prefigurare il contenuto della mostra sono le due citazioni
del sottotitolo, "il codice 3285" e il nome di Scaramuzza. Il
codice è uno dei maggiori tesori della Biblioteca Palatina,
capolavoro già appartenente ai Danti del Cento e riconosciuto
come una delle più antiche trascrizioni della Commedia dantesca
(risale ai primi del '300), dotato di uno straordinario apparato
decorativo. La seconda citazione è riferita all'artista parmense
Francesco Scaramuzza, che eseguì i dipinti murali con tecnica ad
encausto a freddo tra il 1841 e il 1857, per impreziosire con la
sua opera la Sala Dante della Biblioteca Palatina, che conserva
la raccolta di manoscritti, incunaboli ed edizioni rare
dantesche, passione e vanto della ducea di Maria Luigia
d'Asburgo. Questo incarico diede spunto al pittore per
un'ulteriore impresa: illustrare l'intera Divina Commedia e già
nell'anno del centenario, il 1865, a Firenze vennero esposte le
sue tavole riguardanti l'Inferno. Nel 1876 Scaramuzza finì di
illustrare l'intera Commedia, in tutto 243 cartoni a penna, che
sono l'oggetto dell'esposizione a lui riservata alle Scuderie
Ducali.
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