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Femminicidio a Reggio Emilia, il fermato denunciato anche da un'altra ex

Femminicidio reggio emilia

Femminicidio a Reggio Emilia, il fermato denunciato anche da un'altra ex

Emerge altro dettaglio, la madre di Genco fu a sua volta vittima del compagno

BOLOGNA, 21 novembre 2021, 12:15

Redazione ANSA

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Un momento del corteo in ricordo di Juana Cecilia Hazana Loayza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento del corteo in ricordo di Juana Cecilia Hazana Loayza - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un momento del corteo in ricordo di Juana Cecilia Hazana Loayza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mirko Genco, 24enne fermato dai Carabinieri reggiani con l'accusa di aver ucciso Juana Cecilia Hazana Loayza, 34enne trovata sgozzata in un parco a Reggio Emilia, nel 2020 era stato denunciato da un'altra ex compagna con cui viveva a Parma per comportamenti vessatori nei suoi confronti. Genco, secondo quanto emerso, aveva costretto la donna a tagliare tutti i ponti con l'esterno e a chiudere le relazioni con gli altri. In seguito alla denuncia lei è stata collocata in una struttura protetta. A quanto risulta c'è un procedimento a carico di Genco per quest'altra vicenda ma non risultano misure cautelari.

Ed emerge anche un altro dettaglio, biografico, su Genco. Sua madre, Alessia Della Pia, fu uccisa all'età di 39 anni nel dicembre 2015. Del delitto della donna fu accusato l'ex convivente Mohammed Jella, trentenne tunisino. La donna era stata prima picchiata nell'androne di casa a Parma, poi immersa nella vasca da bagno dell'appartamento dove viveva e infine riportata esanime nell'androne. Fu lo stesso Jella, all'epoca, ad avvisare il 118 per poi fuggire subito dopo. Fu arrestato nel 2017 nel Paese d'origine, la Tunisia, dopo una latitanza di un anno e mezzo.

Una comunità intera ancora scossa per l'orrore, l'ennesimo femminicidio, stretta in silenzio nel ricordo di Juana Cecilia Hazana Loayza. Sono diverse centinaia le persone che a Reggio Emilia questo pomeriggio hanno preso parte a un sit-in silenzioso voluto dalle organizzazioni 'Non da sola', che gestisce il Centro anti-violenza della città, 'Donne in nero' e 'Non una di meno', per ricordare la 34enne trovata sgozzata ieri in un parco pubblico della città emiliana e per chiedere giustizia. Molti gli amici e i familiari della ragazza, che lascia un bimbo di un anno e mezzo, ma a partecipare sono stati tantissimi cittadini e cittadine. In prima fila il sindaco Luca Vecchi e altri rappresentanti delle istituzioni. Al parco, nel luogo in cui Juana Cecilia è stata uccisa, la dimostrazione d'affetto nei confronti della vittima è tangibile nella miriade di fiori, candele, messaggi lasciati per lei. Lacrime e silenzio hanno accompagnato questo momento di raccoglimento.

"E' evidente che gli strumenti di diritto a disposizione si sono rivelati inadeguati a prevenire un pericolo che era presente e che poi ha manifestato un epilogo drammatico come questo", ha detto il sindaco Vecchi. "È un fatto non solo di repressione, ma soprattutto di prevenzione - aggiunge - e di tutela della sicurezza e dignità delle persone, delle donne in particolare, che sono esposte a rischi". Il Comune continuerà a seguire la vicenda, con particolare attenzione al minore coinvolto, ovvero il bimbo di un anno e mezzo che Juana Cecilia aveva avuto da un'altra relazione.

Il patteggiamento a due anni per il tipo di reati previsti dal Codice rosso prevede che la pena sospesa "possa essere concessa ma subordinata a percorsi di riabilitazione, un gran bel nome, ma è qualche cosa, e qui ne è la palese dimostrazione, che non funziona". Così all'ANSA Alessandra Bonini, avvocata che difende Mirko Genco.

Il 24enne è in carcere in attesa dell'udienza di convalida che deve essere ancora fissata.

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