L'anno scorso al Teatro Sociale di
Como anticiparono al 24 e 25 ottobre le date delle
rappresentazioni per riuscire a non incappare nel blocco che
sarebbe avvenuto subito dopo, cosa che avvenne per il Comunale
di Modena che mandò lo spettacolo solo in streaming. Si parla
della produzione di Werther, il capolavoro di Jules Massenet che
finalmente approda al Teatro Comunale di Ferrara il 28 e 30
novembre frutto di una larga collaborazione che ha coinvolto
anche Teatri di OperaLombardia, il Valli di Reggio Emilia e il
Verdi di Pisa dove andrà in tournée nelle prossime settimane.
L'allestimento è firmato da Stefano Vizioli mentre Francesco
Pasqualetti dirige la Filarmonica dell'Opera Italiana. I ruoli
principali di questo dramma lirico in quattro atti, tratto dal
romanzo I dolori del giovane Werther di Goethe, sono affidati al
tenore Francesco Demuro (Werther), al mezzosoprano Karina
Demurova (Charlotte), al baritono Guido Dazzini (Albert) e al
soprano Maria Rita Combattelli (Sophie).
Goethe scrisse il suo Werther nel 1774. In Francia è il tempo
di Luigi XVI e di Maria Antonietta: chi mai lì si suiciderebbe
per amore? "Con lo scenografo Emanuele Sinisi - spiega il
regista, Stefano Vizioli - abbiamo immaginato un grande foglio
bianco accartocciato in alto da una mano nervosa, un foglio che
talvolta accoglie parole che si compongono e scompongono,
macchiate da un inchiostro che scola, diventa lagrima o sangue,
un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare
della fonte originale tedesca, poca attrezzeria e la forza del
gesto, un gesto 'da periodo Covid', sperabilmente coerente alla
verità dei sentimenti dei personaggi". Massenet "ribalta ciò che
per definizione è la scrittura d'opera, - aggiunge il direttore
Francesco Pasqualetti - È come se l'orchestra dicesse o cantasse
ciò che con la voce non è più permesso dire. È una melodia che
viene da dentro, da sotto, da un luogo nascosto come una buca
d'orchestra, nascosto come nell'anima". Ed è proprio l'orchestra
a ricordare come la destinazione finale del giovane Werther non
sia il paradiso, ma la dannazione dell'inferno.
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