Gabriele Lavia sarà interprete e
regista dell'atto unico tratto dal romanzo di Jean Teulé "Le
leggi della gravità" dal 3 al 5 dicembre (venerdì e sabato alle
21, domenica alle 16) al Teatro Duse di Bologna. Il
settantanovenne artista milanese, che in giugno tornerà a
Bologna per allestire l'Otello di Giuseppe Verdi al Teatro
Comunale, sarà affiancato sulla scena da Federica Di Martino e
da Enrico Torzillo.
La pièce racconta la storia di una donna che, in una notte di
pioggia in Normandia, va al commissariato del suo quartiere e
confessa l'assassinio del marito, avvenuto una decina di anni
prima. Il caso era stato chiuso come suicidio. Secondo gli
inquirenti il marito si era gettato dal balcone dell'undicesimo
piano. Ora, però, la donna sostiene di aver spinto lei il marito
giù dal balcone. La confessione giunge dopo quasi dieci anni, ma
ad una sola ora dalla scadenza dei termini di legge utili per
riaprire il caso. Al centro della trama ci sono, quindi, leggi
di gravità diverse: quella fisica di nove e ottantuno metri al
secondo e l'altra, non misurabile, che ha a che fare con la
caduta delle coscienze dentro i fallimenti delle proprie vite.
In scena si fronteggiano così un'assassina che vuole essere
arrestata e un tutore della legge che non vuole arrestarla.
"Da qui, emergono alcuni interrogativi per i personaggi e per
il pubblico - spiega Gabriele Lavia nelle note di regia - Chi è
dalla parte della giustizia? E quale giustizia? La legge non
misurabile dell'amore, del dolore, della rabbia, del senso di
colpa, del fallimento, dell'incertezza dell'essere non è meno
ineluttabile dei nove e ottantuno metri al secondo. L'uomo cade
nella vita. Cade nel suo dolore, come cade nella felicità e nel
successo. L'uomo cade, precipita nel fallimento (da falere,
cadere) e fa male. In una notte freddissima, un uomo e una donna
prendono coscienza delle loro cadute. Ma vivere forse è la presa
di coscienza dei propri dolorosi fallimenti". Lo spettacolo si
avvale delle musiche di Antonio Di Pofi, delle scene di
Alessandro Camera e dei costumi di Andrea Viotti.
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