Un incontro fortuito durante la
guerra e, a quasi 80 anni di distanza, un'amicizia da coltivare
anche durante le festività natalizie. Ieri sera Martin Adler, il
soldato che nel 1944 era sbarcato in Italia per combattere i
nazifascisti, ha parlato in una videochiamata su WhatsApp con
Bruno Naldi: il maggiore dei tre fratellini che vide sbucare da
una cesta in una casa di Monterenzio (Bologna), dove si erano
nascosti per la paura, e che il suo compagno d'armi John Bronsky
immortalò in una fotografia dopo aver appoggiato il mitra. Adler
non aveva mai rinunciato a trovarli e, complice un post su
Facebook della figlia Rachelle intercettato dal giornalista e
scrittore Matteo Incerti, è riuscito a rintracciarli nel 2020.
Ad agosto Adler era venuto a Bologna per incontrarli dal vivo. E
ieri ha potuto parlare con Bruno Naldi, con una chiamata
WhatsApp a tre in cui Incerti, che sulla vicenda ha scritto il
libro 'I bambini del soldato Martin', ha fatto da traduttore.
"Ha detto: 'Vi amo tanto, amo tutta l'Italia. Rincontrarvi e
venire in Italia quelle due settimane è stata la più grossa
emozione della mia vita'", racconta Incerti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA