"Il complessivo dato del distretto
evidenzia che le pendenze, in primo grado, si sono ridotte del
6,2% innanzi al giudice collegiale e di ben il 12,5% innanzi al
giudice monocratico". E' quanto emerge dalla relazione del
presidente della Corte d'Appello di Bologna, Oliviero Drigani,
in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
"La pandemia ha comportato, da un lato, una leggera
diminuzione del numero di notizie di reato pervenute ai vari
uffici delle Procure della Repubblica (essendo peraltro
aumentati i procedimenti radicati innanzi alla Dda) e che, a
ricaduta, pure è diminuito il numero dei procedimenti poi
pervenuti agli uffici giudiziari posti a valle della sequenza
procedimentale", ha sottolineato Drigani. "D'altro canto, è
invece apprezzabilmente aumentato, rispetto al periodo
precedente, il numero dei processi definiti dai giudici
monocratici e collegiali (a dimostrazione che le difficoltà
organizzative e operative conseguenti alla pandemia sono state
in gran parte risolte), il che ha consentito una notevole
diminuzione delle pendenze innanzi a detti giudici della
cognizione".
Quanto alla Corte di Appello, alla data del 31 dicembre 2020,
con i suoi 18.143 processi pendenti, "questo ufficio giudiziario
deteneva il 6,7% dei procedimenti penali pendenti a livello
nazionale negli uffici di Corte di Appello - ha sottolineato
ancora Drigani -, avendo davanti a sé soltanto le Corti di
Appello di Napoli e Roma". Il presidente ha infine sottolineato
che "il numero di processi pendenti in appello resta comunque
elevatissimo e continua a rappresentare indubbiamente uno degli
snodi di maggiore criticità del sistema".
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