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Musica: pianista Yefim Bronfman all'Auditorium Manzoni a Bologna

Musica: pianista Yefim Bronfman all'Auditorium Manzoni a Bologna

Il 28 febbraio con musiche di Schumann, Beethoven e Chopin

BOLOGNA, 26 febbraio 2022, 14:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Yefim Bronfman, uno dei pianisti più apprezzati della scena internazionale, torna a Bologna dopo quasi cinque anni il 28 febbraio all'Auditorium Manzoni per la stagione concertistica della Fondazione Musica Insieme.
    L'artista, nato a Tashkent in Uzbekistan, si è trasferito in Israele nel '73 dove di è formato musicalmente, prima del perfezionamento in varie scuole americane (The Juilliard School, Marlboro School of Music, Curtis Institute of Music) con Rudolf Firkusny, Leon Fleisher e Rudolf Serkin. Dopo la tappa bolognese, la tournée di Yefim Bronfman proseguirà il 2 marzo a Mosca, il 7 ad Amsterdam e il 18 aprile alla Carnegie Hall di New York.
    Il programma della serata al Manzoni, che come di consueto non prevede intervallo al fine di evitare possibili assembramenti, sarà un viaggio attraverso alcune delle più grandi opere pianistiche della prima metà dell'Ottocento, dall'Arabeske Op. 18 di Robert Schumann, composta nel 1839, alla celeberrima Sonata N. 23 in fa minore Op. 57 "Appassionata" che Ludwig van Beethoven scrisse, invece, fra il 1804 e il 1806, fino al Notturno in re bemolle maggiore Op. 27 N. 2 e alla grande Sonata N. 3 in si minore Op. 58 di Fryderyk Chopin completata nel 1844. "Ecco apparire Bronfman, il brontosauro! È una forza della natura mimetizzata. - Disse di Bronfman lo scrittore statunitense Philip Roth - Non avevo mai visto nessuno gettarsi su un pianoforte come lui… Quando avrà finito, penso, dovranno buttarlo via. Lo sta schiacciando. Non gli lascia nascondere nulla. Qualunque cosa avrà dentro dovrà uscire, e con le mani in alto. E quando accade, quando tutto è là fuori, e si spegne l'ultima eco dell'ultima vibrazione, anche lui si alza e se ne va, lasciandosi dietro la nostra redenzione. Ci saluta allegramente con la mano e sparisce; e porta via con sé tutto il suo fuoco con un impeto non minore di quello di Prometeo: ora la nostra vita sembra inestinguibile». Parole che ben descrivono la forza e l'impatto che ha sul pubblico il protagonista di questo concerto, applaudito solista con grandi orchestre, osannato assieme ai mostri sacri del camerismo.
   

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