Sale l'allerta mete nei campi dell'Emilia-Romagna dove per l'assenza di piogge e con le scorte d'acqua al minimo "si teme per il grano e la semina del mais, poi per le altre colture". A lanciare l'allarme è la Confagricoltura regionale, secondo cui, a dare la misura del fenomeno e del rischio "è il livello del fiume Po a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, che si presenta sotto lo zero idrometrico di 5 metri e 90 centimetri con una portata di poco superiore ai 600 metri cubi d'acqua al secondo quando la 'normalità' durante l'anno sfiora mediamente i 2 o 3 mila metri cubi".
Numeri che preoccupano gli agricoltori i quali, viene osservato dall'associazione, temono anche l'abbassamento delle temperature notturne previsto nei prossimi giorni che potrebbe danneggiare produzioni frutticole e barbabietole da zucchero.
"I produttori di grano - osserva in una nota il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini - si preparano a fronteggiare la siccità pianificando irrigazioni di soccorso a costi elevatissimi visti i rincari del gas e dell'energia elettrica. Si profila una stagione complicata per il mais, coltura che necessita di molta acqua ed è vicina al suo periodo di semina su oltre 100.000 ettari di superficie regionale. Non solo: le barbabietole da zucchero hanno difficoltà a germogliare e soffrono anche le bietole da seme".
In assenza di acqua, prosegue Bonvicini, "non si coltiva più.
Le irrigazioni di soccorso diventano un elemento ordinario a fronte di condizioni meteo sempre più imprevedibili". Quindi, argomenta rivolgendo il suo pensiero alle istituzioni, "bisogna passare ai fatti e garantire la disponibilità idrica; basta con le parole, occorre snellire l'iter procedurale per la costruzione di invasi di stoccaggio nelle aree più fragili del territorio: adesso - conclude - servono almeno 10 anni per realizzare un'opera di medie dimensioni, una follia.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA