Oltre mille in marcia per chiedere la pace in Ucraina da Monte Sole, Marzabotto, uno dei luoghi dove ebbero luogo eccidi nazisti tra i più efferati del Paese. Il corteo, guidato dai sindaci di Marzabotto, Bologna, Grizzana e Monzuno, raggiungerà il cimitero di Casaglia, ai piedi della tomba di don Giuseppe Dossetti, tra i principali ideatori dell'articolo 11 della Costituzione, in cui si sancisce che l'Italia "ripudia la guerra come strumento di offesa" e "mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Tante le adesioni di associazioni locali e nazionali, da Amnesty International a Emergency, da Libera alla Comunità di Sant'Egidio. Tra i partecipanti c'è Ferruccio Laffi, sopravvissuto all'eccidio di Monte Sole.
"Siamo a Monte Sole. Qui le nostre porte sono state sempre aperte, ieri e oggi. Chiediamo all'Europa di aprire le porte, ma non solo questa volta. Le porte europee devono rimanere aperte per tutti, oggi e domani. A tutti coloro che scappano da guerre e sofferenze. Siamo pronti ad andare anche là, ad aiutare gli ucraini e portarli in salvo". Così Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto e presidente del Pd, intervenendo alla marcia della pace.
In contemporanea oggi, tra mattina e pomeriggio, si svolgono iniziative 'gemelle' per la pace in altri luoghi della memoria in Italia, simbolo dei crimini nazifascisti.
"Sono cristiani contro cristiani che stanno combattendo in questo momento. Spesso l'evocazione religiosa serve a dare una spiegazione di pace, ma in questo caso non è così. Il senso di questo rito qui oggi pomeriggio, è un rito di implorazione e di pace. Cessino le armi, cessi questa guerra terribile. Si costruisca una pace ragionevole, perché è possibile, perché vi sono le condizioni". Così dal cortile del Museo Monumento al Deportato di Carpi Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, nell'appello pubblico per la pace. "La guerra si fa per uccidere - sottolinea Castagnetti - Dobbiamo essere spietati nel dire la verità. Si fa per uccidere e per far soffrire. La guerra finisce quando si ottiene l'obiettivo prefigurato. Quante vittime, vedove, orfani, tonnellate di macerie, industrie, scuole, ospedali distrutti dovranno essere contabilizzati per dichiarare raggiunto il risultato e per farla finita? La guerra non risolve e non produce equilibri di pace. Se ne renderà conto presto anche Putin che si ritroverà con una manciata di risultati tutti drammatici".
Da Carpi anche la testimonianza di una donna ucraina che vive in città, la signora Olga: "Non fermano le bombe né bambini, né ospedali, né gente malata. È impossibile vedere questa cosa nel 2022. Vent'anni fa sono partita dall'Ucraina per trovare in Italia un lavoro migliore. Vedova, lasciai lì i miei bambini di 5 e 8 anni. Oggi la mia famiglia è ancora là", sotto le bombe.
Coinvolti anche Sant'Anna di Stazzema e Risiera di San Sabba. A Casa Cervi a Gattatico (Reggio Emilia) la chiusura stasera. Qui si metterà insieme un'enorme bandiera per la pace. Iniziative in collaborazione con la rete Paesaggi della Memoria.
La diretta da Casa Cervi
La 'staffetta' dei cinque luoghi nei giorni scorsi ha sottoscritto un appello per la pace: "Abitare un luogo della violenza passata significa confrontarsi ogni giorno con l'esperienza della guerra. Significa - recita un passaggio - confrontarsi quotidianamente con tutto quello che alimenta la cultura dell'oppressione, della sopraffazione, dell'uccisione. Dai luoghi che abitiamo e dalle loro storie è nata la Costituzione italiana, che afferma senza possibilità di fraintendimenti che la guerra va ripudiata. Per questo condanniamo l'inaccettabile invasione dell'Ucraina da parte della Russia".
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