La donna con la macchina da presa:
icona del cinema giapponese, otto film da attrice con Yasujirō
Ozu e quindici con Kenji Mizoguchi, per citare i maestri più
noti in Occidente, Kinuyo Tanaka nel 1953 rompe la barriera che
voleva le donne solo davanti alla macchina da presa, e gira il
suo primo film, conosciuto con il titolo internazionale 'Love
Letter'. Ne seguiranno altri cinque. Ora i sei film diretti da
Kinuyo Tanaka (1909-1977) vengono riscoperti dalla Cineteca di
Bologna, che propone dall'11 al 29 marzo al Cinema Lumière una
retrospettiva integrale per scoprire l'opera di una delle figure
chiave di una cinematografia di grande tradizione come quella
giapponese, autrice troppo a lungo dimenticata capace di
incarnare i cambiamenti socio-politici e culturali della società
nipponica, offrendo un'opportunità unica per esaminare le
intersezioni tra l'autorialità femminile, la rappresentazione e
i discorsi di genere nel Giappone moderno.
Vera perla da 'Cinema Ritrovato', l'Integrale Kinuyo Tanaka
si inaugurerà con 'The Eternal Breasts', cui seguiranno 'The
Wandering Princess', 'Girls of Dark' (entrambe le proiezioni
saranno introdotte dalla curatrice della rassegna Lili Hinstin,
già direttrice del Festival di Locarno dal 2018 al 2020), 'Love
Letter', 'The Moon Has Risen' e 'Love under the Crucifix'.
"Kinuyo Tanaka - spiega Lili Hinstin - è un sublime paradosso:
incarna la donna giapponese sottomessa nei suoi molti ruoli, ma
si comporta come la più indipendente delle donne nella vita.
Riesce a diventare cineasta in una società profondamente
patriarcale, in un'epoca in cui le registe donne sono assenti,
ma lo fa con grande umiltà, volendo apprendere un nuovo mestiere
mentre è al culmine della notorietà. Lavora per le principali
case di produzione realizzando film di genere ma ritrae le
problematiche femminili nel modo più crudo possibile".
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