"Un riconoscimento per niente scontato del lavoro fatto non solo da me, ma da tutta la squadra in questi anni a Bologna. Traguardo importante e, anche se sono stato corteggiato parecchio, molto inatteso". Così all'ANSA Gianluca Farinelli, da oltre 20 anni direttore della Cineteca di Bologna - che non abbandonerà - e neo presidente del Cda della Festa del Cinema di Roma, annunciato ieri dal sindaco capitolino Roberto Gualtieri. Farinelli assicura che il nuovo ruolo, da presidente, potrà "convivere" con quello di direttore a Bologna, quest'ultimo un incarico "molto operativo", mentre per la Festa di Roma sarà più "ideativo e di indirizzo".
Alla kermesse capitolina porterà la sua "esperienza - sottolinea - quello che ho imparato in 30 anni di lavoro". E il primo punto all'ordine del giorno sarà la nomina del nuovo direttore. "O della nuova direttrice", puntualizza. Annuncio che arriverà "molto rapidamente". Considerato tra i maggiori esperti mondiali di restauro cinematografico, Farinelli - bolognese, classe '63 - non ama sbilanciarsi in proclami, ma la sua visione per ora parte da una parola chiave, "rispetto": per la storia della Festa di Roma, "molto importante", e per il rapporto fra cinema e città, unico.
"La cosa più importante che ho fatto in vita mia - dice riferendosi alla sua esperienza a Bologna - è stata quella di sviluppare una relazione tra città e cinema. Roma questa relazione ce l'ha da 110 anni. È la capitale del cinema mondiale. Se togliessimo il contributo di Roma il cinema mondiale sarebbe diverso. Se sparissero Sordi, Mastroianni, Antonioni, Vitti, Leone, La dolce vita... non solo la storia del nostro Paese, ma quella del cinema mondiale sarebbe molto diversa".
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