L'opera di Vincenzo Bellini, "Norma,
tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, torna
sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma dopo 20 anni, il 18
marzo alle 20 (repliche il 20, 25 e 27). Sesto Quatrini dirige
l'opera per la prima volta sul podio dell'Orchestra Filarmonica
Italiana e del Coro del Teatro Regio preparato da Martino
Faggiani, con la regia di Nicola Berloffa, le scene di Andrea
Belli, i costumi di Valeria Donata Bettella. Protagonisti Angela
Meade (Norma), Stefan Pop (Pollione), Michele Pertusi (Oroveso),
Carmela Remigio (Adalgisa).
Composta per il debutto al Teatro alla Scala, dove
l'impresario Giuseppe Crivelli mirava ad assicurarsi un titolo
belliniano per l'inizio della stagione dopo i successi milanesi
de Il pirata, La straniera, I Capuleti e i Montecchi e La
sonnambula, l'opera fu rappresentata il 26 dicembre 1831 con
Giulia Grisi e Giuditta Pasta e Domenico Donzelli tra i
protagonisti.
L'allestimento firmato da Nicola Berloffa ambienta la vicenda
nel XIX secolo, nel periodo delle lotte e delle rivoluzioni
indipendentiste che hanno segnato l'Europa. "Sullo sfondo di una
guerra continua - scrive il regista Nicola Berloffa - osserviamo
i detriti di una società vinta e conquistata. Da un lato
troviamo i Galli sconfitti che vivono reclusi in un palazzo
ottocentesco incendiato e devastato, ultime vestigia di un
potere perduto. Nessun druido con la barba, ma vecchi generali e
soldati attaccheranno con le poche forze restanti Norma cercando
di estorcerle il segnale atto a una agognata e penosa nuova
Rivoluzione. In questo adattamento si è spostata l'azione del
dramma verso un Ottocento europeo", ma "sono state rispettate
assolutamente le dinamiche conflittuali tra vincitori e vinti, i
deliri amorosi e le gelosie uterine delle eroine belliniane".
"I temi suggeriti dal libretto potrebbero portarci a una
facile attualizzazione, ma questo non è necessario perché la
scrittura musicale di Bellini riesce in modo moderno a farci
scoprire personaggi che, una volta liberati dai numeri di
parata, provano sentimenti umani. Che sono gli stessi che
proviamo noi oggi".
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